Un'antichissima tradizione che risale all'epoca del Venero
MONREALE, 1 marzo – Con il primo venerdì di marzo ritorna la "Calata dei Veli", suggestivo rito che si svolgerà nel Santuario del SS. Crocifisso alla Collegiata, domani, alle ore 18. Il rettore don Giuseppe Salamone ha voluto rivisitarlo ispirandosi ai salmi e ai testi codificati dall'arcivescovo monsignor Girolamo Venero.. «Anche la Calata dei Veli – ha spiegato padre Salamone – è un regalo di monsignor Venero. L'arcivescovo per salvaguardare la devozione al Crocifisso aveva disposto che la sua immagine fosse coperta tutti i giorni dell'anno, pena la scomunica, ad eccezione dei primi venerdì del mese, i venerdì di Quaresima, il venerdì Santo, il 25 aprile, anniversario della dedicazione della cattedrale, e in occasione della visita di personaggi illustri».
Con il passar del tempo tale prescrizione perse rigidità e, negli ultimi anni, il simulacro rimane sempre esposto alla pubblica devozione. Soltanto durante i venerdì di Quaresima viene celato alla vista per essere riscoperto durante la "Calata".
Quest'anno, don Giuseppe ha voluto rituffarsi nella tradizione, pur rispettando le consuetudini acquisite negli ultimi anni. Così il Crocifisso è stato "nascosto" alla vista dei fedeli dal mercoledì delle Ceneri e così resterà fino a Pasqua, ad eccezione dei venerdì.
«Monsignor Venero – ha continuato don Giuseppe – aveva codificato il "De modo discooperiendi Sanctum Christum" e il "De modo cooperiendi Sanctissimum Crucifixum", noi, in questo periodo di Quaresima, abbiamo deciso di mantenere soltanto il primo, così come è accaduto negli ultimi anni. L'antica modalità, invece, sarà riproposta il prossimo 15 giugno, in occasione del XXI Raduno delle Confraternite d'Italia».
Il testo che accompagnava il "De modo" fu musicato dal maestro di cappella della cattedrale, lo spagnolo Sebastiano La Vega, fra il 1625 e 1628.
Sul numero dei veli con cui veniva coperto il simulacro si è creato un piccolo "giallo" storico. Nel testo del Venero, infatti, si parla di cinque veli con il sigillo della Passione: nel primo è dipinto la cattura di Gesù nell'Orto; nel secondo, il Cristo flagellato; nel terzo, l'Ecce Homo; nel quarto, il Cristo caricato della croce e aiutato dal Cireneo; il quinto è tutto nero con la scritta al centro: "Expiravit". A noi, però, sono giunti sei veli, oltre il drappo rosso, documentati già dal Pitrè. L'immagine aggiunta, la prima nella sequenza della "Calata", riguarda il commiato di Gesù dalla Madre. Un mistero su cui padre Salamone sta cercando di far luce attraverso i suoi studi.
«L'iconografia del primo velo – ha spiegato il rettore – non appartiene né alla tradizione canonica né a quella apocrifa, ma alla devozione popolare e alla trattatistica medievale. In particolar modo, si rifà alla Mistica città di Dio, opera scritta dalla Venerabile suor Maria di Gesù D'Agreda».