40 anni fa la restituzione al culto, domattina una celebrazione al santuario della Madonna delle Croci
Si terrà alle 10, presieduta dal vescovo Pennisi, alla presenza delle autorità
MONREALE, 12 febbraio – Una messa per celebrare i quarant’anni di restituzione al culto del santuario della Madonna delle Croci. Domani mattina, alle ore 10,30, inizio del Rosario alle 10, la celebrazione eucaristica sarà presieduta dall’arcivescovo di Monreale Michele Pennisi, vi parteciperanno anche il sindaco Alberto Arcidiacono, il presidente del Consiglio comunale Marco Intravaia e l’assessore Geppino Pupella.
Dal monte Caputo, la chiesa si erge su Monreale ed è spesso oggetto di curiosa attenzione da parte dei turisti, ma non tutti ne conoscono la singolare storia, cominciata nel marzo del 1812, strappata all’oblio e al vandalismo dalla tenace volontà di monsignore Saverio Ferina che il 13 febbraio del 1982 la restituì al culto e alla città.
L’attuale rettore, don Giovanni Vitale, ha continuato l’opera di monsignor Ferina, migliorando in ogni modo la struttura, dotandola di nuovi paramenti e perfino di un quadro ottocentesco dell’Addolorata, concesso in uso dalla cattedrale. Adesso si prepara a celebrare l’importante ricorrenza, affinchè tutta la città possa gioirne.
La sua storia ebbe inizio in una giornata di Quaresima del 1812, il 25 marzo, quando un giovane garzone degli orologiai Lorito, si recò presso la cappelletta in cui si trovava l’ultima stazione di una via Crucis; erano anni in cui i Francescani svolgevano a Monreale un’importante predicazione e, a supporto, sui muri delle case furono apposte lastre di ardesia, ancora esistenti, con le 14 stazioni. La famiglia Lorito decise di “adottare” l’ultima e apporvi una lampada votiva, visibile da tutta la città.
Matteo Quartuccio, così si chiamava il giovane, stava svolgendo il suo pio compito di rinnovarne l’olio, quando gli apparve la Vergine Addolorata, donandogli del pane da distribuire quale simbolo di misericordia. Le apparizioni si moltiplicarono e al pane che si materializzava fra le mani del giovane furono attribuite capacità taumaturgiche di cui avrebbe beneficiato anche il principe ereditario Francesco Borbone che, giunto claudicante sul monte Caputo, vi abbandonò le stampelle.
Il giovane Matteo prese i voti con il nome di fra Mariano e continuò le sue comunicazioni spirituali con la Madonna, nel frattempo la costruzione della nuova chiesa fu affidata all’architetto camerale Nicolò Puglia e terminata nel 1843, ma non in modo del tutto conforme al progetto originario, che prevedeva un lungo campanile. Il culto fu continuo fino al 1940, quando s’interruppe per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Fortino di avvistamento degli alleati, ricovero di sbandati e di un gruppo di anarchici che la profanarono e danneggiarono, ci volle l’indomita volontà di monsignore Ferina per ripristinarla e restituirla al culto.
I materiali furono portati sul dorso di asinelli. Il 13 febbraio, l’arcivescovo di allora monsignore Cassisa riconsacrò la chiesa, l’indomani una processione portò il quadro del Volto Santo, donato da monsignore Ferina, che lì si venera. Nel 2012, il prelato ottenne dal Papa il riconoscimento dell’anno Giubilare, grazie al quale l’attenzione della comunità si è riaccesa sulla piccola chiesa che, come si evince dai messaggi della Madonna, si erge come un faro su Monreale.
L’accurata ricostruzione storica e documentale è frutto del lavoro d’archivio instancabile svolto da don Giovanni Vitale e Anna Manno.
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