"Porterò con me il ricordo di questi quattro anni"
MONREALE, 27 agosto – “Ringrazio tutti i parrocchiani per avermi sopportato per questi quattro anni”. Comincia con una battuta il saluto di don Giuseppe Spera, parroco di Santa Teresa, che domattina (ore 10) celebrerà la Messa di congedo dalla comunità parrocchiale.
Cinquantatre anni fra un mese, originario di Vallelunga Pratameno, da sabato prossimo, alle ore 18, diventerà ufficialmente il parroco della chiesa del Sacro Cuore di Gesù, a Carini. “Due date importanti – dice padre Giuseppe – per la vita della Chiesa e per la mia vita personale: 28 agosto, il Santo Padre Agostino; il 3 settembre, il grande San Gregorio Magno, Vescovi e Dottori della Chiesa”. Il momento del commiato, inevitabilmente doloroso per lui e per i parrocchiani, però, è pure quello in cui è giusto tracciare un piccolo bilancio dell’operato alla guida di una comunità parrocchiale numerosa come quella di Santa Teresa.
“Ho cercato di creare un ambiente familiare – racconta il parroco – vivendo assieme alla comunità tanti piccoli momenti e credo che il seme abbia dato i suoi frutti. Di questi quattro anni porterò certamente con me il ricordo di tutta la comunità. Il rapporto umano è stato alla base del mio compito e sono contento di constatare che tanti fedeli, di altre zone si sono aggregati a Santa Teresa, evidentemente si sono trovati bene. Si sono sentiti a casa propria”.
Se la parrocchia ha funzionato bene, però, una buona fetta del risultato la si può attribuire anche ai numerosi collaboratori che in questi anni hanno profuso il loro impegno quotidianamente. Su questo concorda don Giuseppe: “A loro va il mio ringraziamento – dice il parroco – I collaboratori sono di vitale importanza per la vita della parrocchia. Senza di loro il sacerdote può solo celebrare l’Eucaristia e la Chiesa ha bisogno dell’opera dei laici”.
Dopo padre Giuseppe a Santa Teresa arriverà don Ferdinando Toia, che si insedierà il 18 settembre. “A lui va il mio saluto – racconta ancora il sacerdote – E’ una persona che ammiro e che ha molte qualità. Senz’altro saprà guidare bene la comunità. Consigli? Forse quello di non cancellare quello che eredita, così come io non ho cancellato quello che ho ereditato da chi mi ha preceduto”.
Adesso padre Giuseppe, come ama dire, “andrà a servire la chiesa” di Carini. “Mi recherò lì, come quando da Altofonte arrivai a Monreale, non conoscendo la realtà locale. Dovrò scoprirla e inserirmi”.