Centinaia di persone ieri hanno preso parte alla processione che risale agli anni ’30. LE FOTO
MONREALE, 26 marzo – Anche Pioppo ha osservato ieri la tradizione dei riti del Venerdì Santo, dando vita, come ogni anno accade, alla Via Crucis con il Cristo Morto e l’Addolorata. Un rito che risale agli anni ’30 e che ancora oggi, malgrado il passare del tempo, resta sempre integro della vita religiosa della frazione.
Alla processione, fortemente voluta dal parroco, don Nicola Di Lorenzo, hanno preso parte tantissimi pioppesi in un momento che ormai fa parte della cultura della borgata. L’iniziativa del Venerdì Santo, giorno in cui la chiesa commemora la passione e la morte di Cristo, ha ribadito quindi che la tradizione di Pioppo è sempre viva. La processione è iniziata alle ore 18, dopo la liturgia del Venerdì Santo in Chiesa ed è durata circa tre ore.
Ma a quando risale con precisione la tradizione della processione del Cristo morto e dell’Addolorata?
“Certamente agli anni ’30 – afferma Stefano Noto, presidente della Congregazione Maria SS. Immacolata di Pioppo – Va ricordato, infatti, che la rettoria di Pioppo, eletta parrocchia di S’Anna nel 1937 era retta dai frati Cappuccini, tra cui Padre Giustino e Padre Basilio da Sutera, di cui tanti Pioppesi compreso me si ricordano. Si iniziava con una rappresentazione sacra. Si usciva prima il Crocifisso, poi si avvicinava ai suoi piedi il simulacro dell’Addolorata, i frati procedevano con un rito molto emozionante alla reposizione del Cristo dalla Croce nell’urna. L’addolorata si posizionava sulla vara e si andava in processione con canti e preghiere. La tradizione fu mantenuta anche con l’avvento del primo parroco diocesano don Ignazio Bruno.
A portare l’urna erano ragazze nubili con velo bianco in testa, simbolo della verginità, mentre la vara con l’Addolorata era portata dagli uomini. Il successivo parroco Don Salvatore Giamporcaro – racconta ancora Noto – volle dare un taglio ancora più sacro e di preghiera organizzata, inserendo le 14 stazioni della Via Crucis con preghiera, lettura del Vangelo e meditazione per ogni stazione.
Le ragazze della parrocchia costituirono l’associazione Gesù Salvatore nel 1977, mentre per gli uomini era già stata fondata la Congregazione di Maria SS.ma Immacolata nel 1965. Prima sia l’urna che la vara erano portate a spalla. Sempre nel 1977 la vecchia vara non ce la faceva più. Allora la Congregazione di Maria SS.ma Immacolata provvide a farne costruire una nuova in rovere dotandola di ruote.
L’urna molto semplice ha retto fino al 1987 – conclude – quando la stessa Congregazione ordinò la costruzione di una nuova urna in legno “Palissandro”. La nuova urna è sostenuta da un carrello con ruote coperto da un manto di velluto rosso, e sormontata da cinque puttini in legno dorato. Sia la vara che l’urna furono costruite dai fratelli Buffa di Pioppo. Da qualche anno l’associazione Gesù Salvatore è stata sostituita dalle donne dell’Apostolato della Preghiera. Ancora oggi la tradizione è viva e molto sentita”.