Straordinaria esperienza per una delegazione di sacerdoti di Monreale che ha fatto visita a Bergoglio
MONREALE, 6 marzo – Il telefono della Parrocchia di Santa Teresa squilla. Dall’altro capo del filo una voce fa: “Pronto, sono Papa Francesco….”. E’ cominciata così l’avventura della comunità sacerdotale a Roma, per incontrare il Pontefice.
Un “vìs a vìs” che si è tenuto nei giorni scorsi in Vaticano, dopo il viaggio di Bergoglio in Messico e che è stato voluto dal Santo Padre, che, pur tra mille impegni, segue con molta attenzione l’attività della comunità sacerdotale di “periferia” condotta, dallo scorso mese di ottobre, da quattro preti: don Enzo Bellante, che ha la titolarità della parrocchia, don Sebastiano Gaglio, fondatore e già parroco della stessa (per 38 anni), don Mario Campisi e don Eliseè Ake Brou. I quattro, quindi, assieme a don Alfonso Cannella, parroco emerito di San Castrense e a padre Pietro D’Aleo, si sono imbarcati sull’aereo alla volta della capitale, dove ad attenderli c’era Sua Santità, che li ha ricevuti per più di tre ore nella sua dimora privata. Una dimora sobria e spartana, contrariamente a quanto potrebbe far pensare una residenza papale.
Sono state tre ore di conversazioni a 360 gradi: sulle speranze della Chiesa di oggi e sulle sofferenze del mondo. Soprattutto, però, la conversazione si è concentrata sulla vita della comunità sacerdotale di Santa Teresa. Francesco ha voluto sapere come procede l’attività, ascoltando ed intervenendo sulle tematiche dei giovani, delle famiglie, degli anziani, così come dei preti “in pensione”. Temi molto cari a Bergoglio, considerato che era già prossimo anch’egli alla pensione da cardinale di Buenos Aires e che avrebbe fatto vita comunitaria, un po’ come i sacerdoti monrealesi, se non gli fosse arrivata la chiamata “romana” alla guida della Chiesa mondiale.
Il colloquio con i sacerdoti della nostra diocesi, che trae origine da uno precedente del 5 maggio scorso, ha dato la possibilità agli astanti di conoscere anche l’aspetto “non ufficiale” del Pontefice, ed ha rivelato una persona gioviale, di una semplicità disarmante che non distoglie mai la sua attenzione dalle “periferie” del mondo.
Papa Francesco ha regalato ai sacerdoti monrealesi una pergamena autografata in ricordo dell’incontro. Il gruppo monrealese, invece, ha ricambiato con gli immancabili cannoli e un’acquasantiera realizzata da Elisa Messina.
Ed al termine del colloquio Francesco ha ringraziato i sacerdoti monrealesi: “Mi avete regalato tre ore di serenità” ha detto il Pontefice nel congedarli. Prima di andare via, tra il serio e il faceto, i sacerdoti gli hanno chiesto: “Santità, l’aspettiamo a Monreale?”. Bergoglio ha sorriso, certamente desideroso di visitare quella che egli stesso definisce “la chiesa più bella del mondo”. Sarebbe una giornata da ricordare nella storia. Chissà….