Camporeale, il quadro della "Madonna dei peccatori" torna nella chiesa madre

Era stato trafugato nel 2006, poi ritrovato nello scorso febbraio

CAMPOREALE, 7 settembre - L’immagine della Vergine dei Peccatori è ritornata dalla Chiesa Madre di Camporeale nel suo santuario. La pietra, risalente al XVII secolo, era stata trafugata nel dicembre del 2006, per poi essere ritrovata, lo scorso febbraio, dai Carabinieri di Borgetto, durante una perlustrazione nelle campagne. Domenica scorsa, dopo una lunga processione, la pietra, che pesa 100 kg, è stata riportata dalle donne della confraternita nella “sua casa”.

“A questa pietra – ha spiegato l’arciprete di Camporeale, Giuseppe Gradino – i camporealesi sono molto legati, anche perché ritenuta taumaturgica durante il terribile terremoto che colpì la Valle del Belice. Subito dopo il suo rinvenimento, era stata portata nella Chiesa Madre e lì esposta alla venerazione dei fedeli. In questi mesi, mi sono interessato del suo restauro, della sistemazione della cornice gravemente danneggiata, della realizzazione di una corona d'oro e della sistemazione del santuario. La comunità si è preparata spiritualmente a questo evento con preghiere, confessioni, veglie e riflessioni, soprattutto sulle persecuzioni attuali dei cristiani”.

Prima che ritornasse nel santuario, il parroco ha incoronato la Vergine con la corona d’oro, affidandole anche il paese, soprattutto i più deboli e indifesi, i bambini e le famiglie. Il vicario generale monsignor Antonino Dolce ha presieduto la celebrazione eucaristica.
“Tre o quattro individui – ha continuato padre Gradino - nel buio di una fredda notte, di 9 anni fa, hanno portato via dalla sua casa l'immagine cara a noi di Maria; noi, non 3 o 4, ma forse 300 0 400 persone, o anche di più, abbiamo riportato con la luce delle nostre fiaccole, della nostra fede e della nostra speranza Maria fin qui sopra, per mostrare che la luce vince sempre sulle tenebre, che il bene e l'amore sono più forti del male e dell'egoismo. La Madonna, dall’alto, da questo santo luogo, continuerà a metterci sotto il suo manto”.