Formiamo nuove coscienze di fronte alla mafia

Monsignor Pennisi: "Una nuova mentalità per una cultura antimafia"

MONREALE, 23 marzo - "Urge formare una nuova coscienza di fronte alla mafia. Una nuova mentalità sarà in grado di creare una reale cultura "antimafia": qui la Chiesa deve ravvisare il campo specifico del suo intervento propositivo ed educativo".

Lo afferma l'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, commentando le parole di Papa Francesco, che nella veglia per le vittime della mafia ha terminato con un accorato appello ai mafiosi che si rifà al Vangelo.

"E' compito della Chiesa - dice ancora il monsignor Pennisi - sia aiutare a prendere consapevolezza che tutti, anche i cristiani, alimentiamo l' humus dove alligna e facilmente cresce la mafia, sia indurre al superamento dell'attuale situazione attraverso la conversione al Vangelo, capace di creare una cultura antimafia fondata sulla consapevolezza che il bene comune è frutto dell'apporto responsabile di tutti e di ciascuno. La lotta alla mafiapassa, anche se non si esaurisce, attraverso un rinnovato impegno educativo e pastorale che porti ad un cambiamento della mentalità e dei comportamenti concreti, ad una profonda "conversione" personale e comunitaria.

La Chiesa, in forza della sua stessa missione - prosegue il prelato - non può non rivolgere anche ai mafiosi l'appello alla conversione e, quindi, mettere in atto quei passi che possono condurre i singoli mafiosi a tale conversione. Tuttavia essa deve vigilare affinché l'esercizio del ministero di annuncio della misericordia di Dio non sia strumentalizzato dal mafioso, ad esempio durante la sua latitanza, e non si configuri, di fatto, come copertura o favoreggiamento di quanti hanno violato e talvolta continuano a violare la legge di Dio e quella degli uomini".