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"Sia un Natale scaldato dal calore dell’amicizia, della solidarietà e della fraternità cristiana"

Lo dice l'Arcivescovo di Monreale nell'editoriale del mese di dicembre di "Giorn8tto", organo ufficiale della Diocesi

Cari fratelli e sorelle,
la solennità del Natale ormai vicina ci trova ancora una volta impegnati nei riti consueti dei suoi preparativi. Penso ai preparativi nelle nostre chiese per la grande celebrazione liturgica della Notte Santa, ma anche a quelli nelle nostre case per un più ricco pranzo di Natale. Penso ai tanti doni da predisporre per dire la nostra gratitudine e amicizia a chi ci è stato particolarmente vicino; a quelli per i nostri piccoli e per gli anziani. Penso alle visite da fare ai nostri cari; ai messaggi augurali da scrivere e spedire...

Tutto un gioioso trovarci indaffarati dentro un'unica festa di luci, di suoni e colori – tutti rigorosamente natalizi –,che sarà pure caratterizzata dal consumismo del nostro tempo, ma che tutti, o quasi tutti, in forme e modalità diverse, ci coinvolge. Anche per questo Natale, carissimi, io nutro nella preghiera un desiderio che so largamente condiviso, ma che mi piace condividere con quanti più possibile: il desiderio che tutti, tutti i figli di Dio della nostra cara Arcidiocesi, e al di fuori di essa, vicini e lontani, possano aver parte con noi a questa festa di Natale. Che possano assaporarne profondamente la gioia cordiale che, irradiata dalla luce intensa e serena del presepe, attraversando le strade dei nostri paesi, vuole entrare nelle nostre case e soprattutto nei cuori di tutti noi. Sappiamo però che così purtroppo non sarà per tutti.

Sappiamo che lutti recenti e malattie, povertà antiche e nuove, disoccupazione e precarietà economiche, lontananza di persone care e disagi negli affetti e nei sentimenti, afflizioni di spirito e insicurezze circa il futuro possono essere di casa anche a Natale. Che le preoccupazioni dei genitori riguardo ai figli (per il loro avvenire o per un non chiaro presente), come anche le incrinature dei rapporti familiari o amicali –quando non la loro definitiva dissoluzione – non sono tristezze tali da sciogliersi al calore del Natale come la neve al sole. Ma sappiamo anche che il calore del Natale può almeno alleviare ciascuna di queste tristezze della vita, e inondarla di speranza. Allora, più concretamente, io prego il Signore che siano tanti gli uomini e le donne che, riscaldati e riscaldate dalla grazia di Gesù, l'Emanuele Dio-con-noi, nato uomo per la salvezza di ogni uomo, sappiano scaldare a loro volta il Natale di questi nostri fratelli e sorelle meno fortunati, toccati anche solo temporaneamente da qualcuna di queste tristezze. Prego che facendosi essi stessi prossimi a loro sappiano scaldarli con il calore dell'amicizia, della solidarietà e della fraternità cristiana. Con questa consolante speranza tutti desidero benedire nel nome del Dio Bambino e della sua dolce Madre.