Riceviamo e pubblichiamo...
Messaggio di auguri natalizi dell'arcivescovo di Monreale
MONREALE, 22 dicembre - Ogni anno a Natale siamo chiamati a fare memoria del mistero di Dio, che mostra il grande amore verso l'umanità, accettando di farsi bambino per essere vicino a ciascuno di noi.
Il Natale di Gesù è la festa dell'avvenimento storico decisivo per la nostra salvezza, che ci dà la certezza che il nostro desiderio di bellezza, di felicità, di bontà, di giustizia, di amore e di pace non è un'illusione. È, invece, una realtà già presente nel bambino nato a Betlemme, che ci spinge a vivere una vita nuova, a praticare la solidarietà e adempiere ai doveri di una cittadinanza attiva.
"Occorre essere molto contenti per voler bene a qualcuno" ha scritto Cesare Pavese. Il Natale ci dà la contentezza che ci permette di voler bene a noi stessi e al destino degli altri uomini e donne, nostri fratelli e sorelle.
In questo periodo di grave crisi economica e politica diversi fedeli della nostra diocesi, che stanno subendo le conseguenze drammatiche della crisi, mi hanno chiesto: "Come si fa oggi a condividere la gioia del Natale con tutte le sofferenze e insicurezze che ci turbano, con le brutte notizie che leggiamo sui giornali e vediamo alla televisione? Con la grave crisi economica e politica, con la mancanza di lavoro per i giovani, con la povertà in aumento che umilia la dignità e impedisce un futuro sereno per tanti bambini?".
La crisi economica nel nostro territorio, oltre a coinvolgere qualche grande azienda, indotta a licenziare o a diminuire la produzione e quindi le ore lavorative per i dipendenti, sta interessando tante piccole e medie imprese (agricole, artigianali, commerciali), che costituiscono il tessuto fondamentale della nostra economia e mina la serenità e l'unità delle famiglie e le rende irreversibilmente povere.
Come Gesù, venuto a Natale a condividere le speranze e le angosce della nostra gente, voglio annunziare il Vangelo della presenza liberatrice di Dio nella storia degli uomini, che chiede di "fare" la verità, di servire il bene, di promuovere la dignità della persona, la redenzione del lavoro, di tutelare l'inviolabilità del sacrario della famiglia che è la casa.
La salvezza cristiana riguarda l'uomo intero e feconda già, anche se non ancora definitivamente, la sua storia e il suo mondo. La città degli uomini raggiunta dall'annuncio del bambino Gesù, la cui nascita realizza la gloria di Dio e la pace fra gli uomini, deve ritrovare la sua armonia: la solidarietà deve prevalere sul tornaconto, la giustizia sull'illegalità; il lavoro deve essere riscattato dallo sfruttamento, la dignità del lavoratore riconosciuta e tutelata; la convivenza civile deve essere affrancata dalla disperazione.
Per questo motivo faccio appello ai rappresentanti eletti dal popolo ad ogni livello e di ogni schieramento politico, al Governo nazionale e regionale e alle Amministrazioni locali, perché favoriscano lo sviluppo economico dei nostri territori attraverso l'eliminazione dei privilegi e degli sprechi, con aiuti concreti e immediati alle nostre popolazioni, leggi che aiutino a superare la crisi e con infrastrutture adeguate.
Il Natale prossimo deve dare l'opportunità di attenzione alla concreta vita della gente con una particolare attenzione alle fasce più deboli ed esposte alle intemperie di una società sempre più complessa e sottoposta alle macchinazioni di poteri occulti e voraci.
In un clima di crisi economica e di conflittualità politica e sociale siamo chiamati ad educarci alla sobrietà, alla legalità, all'accoglienza e alla condivisione, alla ricerca del bene comune. In questi giorni ci viene ripetuto che dobbiamo spendere per far girare l'economia. È certamente utile spendere in beni necessari ricordandoci soprattutto di coloro che si trovano in ristrettezze economiche, ma non lasciamoci travolgere dal consumismo sfrenato o peggio dai miraggio illusorio e dal fenomeno insidioso della dipendenza dal gioco d'azzardo, delle varie forme di "malattie da gioco" che stanno portando alla rovina tante famiglie.
Il proverbio popolare "aiutati che Dio ti aiuta" traduce l'espressione di S. Agostino: "Chi ti ha creato senza di te non ti salverà senza di te". È necessario che ognuno sappia assumersi le proprie responsabilità evitando modi facili ed illegali per superare le difficoltà economiche. Dalla crisi si esce solo insieme, ristabilendo la fiducia vicendevole e collaborando tutti per essere costruttori di un mondo nuovo nel quale regni la giustizia, la solidarietà e la fraternità.
Il bambino Gesù, mostrandosi con la sua debolezza e povertà, non vuole costringere nessuno ad accoglierlo per forza. Egli si fa dono per chiunque vorrà accettarlo. Solo chi Lo accoglie con fede viva nel proprio cuore potrà dare gloria a Dio e sperimentare la vera pace: se lo accoglie nei piccoli, nei poveri, nei malati, negli emarginati, negli stranieri, nei carcerati.
Cerchiamo di non sciupare il mistero del Natale e di non scambiare la speranza che nasce dal bambino Gesù con la favola del vecchio babbo natale, che lascia il mondo nella tristezza e nella solitudine dopo averlo illuso con qualche balocco.
L'augurio che rivolgo a tutti è quello che ognuno accolga con una grande fede Gesù Cristo, il vero festeggiato, che rischiamo di dimenticare se abbagliati dalle luci artificiali e storditi dai rumori delle nostre città.
* Arcivescovo di Monreale
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