"Valorizzare il ruolo della famiglia, nucleo fondamentale della società"

Ieri il convegno "Si Famiglia la certezza della speranza"

MONREALE, 15 novembre - Un incontro per dibattere sulle problematiche della famiglia moderna. "Si Famiglia la certezza della speranza. Parliamone insieme dopo la 47 Settimana sociale di Torino" è il titolo del seminario che si è svolto ieri a Palazzo Arcivescovile.

All'incontro hanno partecipato l'arcivescovo monsignor Michele Pennisi, che è anche componente del comitato scientifico Settimane sociali dei cattolici italiani, il presidente del Centro internazionale studi "Luigi Sturzo", Gaspare Sturzo, il responsabile della sede di Palermo Francesco Punzo, del portavoce dell'associazione "Così, per....passione", Ino Cardinale.

"La famiglia - ha detto monsignor Pennisi - è scuola di gratuità, di accoglienza e di responsabilità, è il luogo in cui si confrontano diverse generazioni. È scuola che educa a superare una certa mentalità individualistica che si è fatta strada nelle nostre società. Sostenere e promuovere la famiglia, valorizzandone il ruolo fondamentale e centrale, è operare per uno sviluppo equo e solidale. Indebolirla significa indebolire l'individuo e la società tutta. Per la Chiesa, la famiglia è stata sempre al centro delle sue riflessioni sociali. Si dice che sia in crisi, ma è anche vero che una foresta che cresce fa meno rumore di un albero che cade; la famiglia è pure l'antidoto alla stessa crisi, l'unica alternativa praticabile ad una esasperazione dell'individualismo. Si sostituisce nella cura dei più deboli: disabili, anziani, bambini. Vogliamo ricordare - ha continuato monsignor Pennisi - la testimonianza semplice ma bella e coraggiosa, di tantissime famiglie, che vivono l'esperienza del matrimonio e dell'essere genitori con gioia, illuminati e sostenuti dalla grazia del Signore".

Monsignor Pennisi ha sottolineato come troppo spesso i casi di cronaca e di violenza che riguardano la famiglia siano al centro dell'attenzione dei mass media, mentre il dibattito intorno ad essa e gli esempi virtuosi ricevano meno attenzione da parte dell'informazione.

Continuando ad affrontare il tema delle nuove sfide poste dalla modernità alla famiglia, monsignor Pennisi ha continuato: "Si fa strada l'idea che il sesso non sia semplicemente un dato biologico, ma culturale. Questo porta a distinguere il sesso dal genere, come due realtà non sovrapponibili. La categoria di "genere" diviene così sempre più autonoma rispetto alla categorie di "sesso biologico", fino a separarsi e a contrapporsi rivendicando un'autonomia assoluta, dichiarando la fine del "dato naturale" e instaurando il primato del "culturale". Volendo eliminare dalla dimensione sessuale le sovrastrutture socio-culturali espresse con la categoria di "genere", si è giunti a negare anche il dato di partenza: la persona nasce sessuata. Una riflessione seria e rigorosa - ha continuato l'arcivescovo - che sia improntata non a una teoria dell'equivalenza ma alla ricchezza insostituibile della differenza, è dunque quanto mai opportuna e necessaria, e da cattolici si può dare un contributo ad un dibattito che rischia di essere monotematico".

"Nel 1909 - ha detto Sturzo - al primo punto del programma del Partito popolare di Sturzo, e di quello riguardante le municipalità, c'erano i temi di cui si parla oggi. La famiglia ha un ruolo che spesso si sostituisce alle istituzioni governative, cui spetta un riconoscimento collettivo".