La Madonna delle Croci, un'occasione perduta per il turismo cittadino

Sulla chiesa è calato il sipario dopo l'anno giubilare 

MONREALE, 9 agosto - Anche il santuario della Madonna delle Croci si può considerare un'occasione perduta per il turismo cittadino. Calato il sipario sull'anno giubilare, terminato lo scorso marzo, che ha acceso l'attenzione del turismo religioso locale sul sito, la chiesa elevata sul monte Caputo è tornata ad essere la più fotografata, ma anche la più misteriosa per i turisti.

L'evento religioso, voluto con convinzione dall'anziano rettore monsignor Saverio Ferina e da tutta la Chiesa cittadina, ha avuto il merito di portare alla ribalta un'apparizione dell'Addolorata, verificatasi il 25 marzo 1812, caduta nell'oblio per decenni. La chiesa, però, per la sua posizione e per la sua storia, ha un valore turistico che esula dalla devozione religiosa e potrebbe arricchire l'offerta culturale della città normanna. Purtroppo è aperta soltanto il sabato e la domenica pomeriggio, per la celebrazione della messa, dopodichè può essere ammirata soltanto dal basso, poiché un cancello ne impedisce l'accesso, per evitare che diventi meta di balordi.

La storia ci racconta che la Vergine apparve al garzone Matteo Quartuccuio, recatosi sul monte Caputo per accendere l'olio votivo in una piccola cappella della Madonna Addolorata, ultima stazione della via Crucis francescana del 1787. Quel 25 marzo, la Madonna offrì a Matteo del pane caldo, spiegandogli che simboleggiava la Grazia di Dio che ristora chi ha fede. Il pane consegnato nelle mani del giovane dispensava miracoli e guarigioni.

Sul luogo si recò anche il principe ereditario Francesco Borbone che giunse claudicante, ma ricevette la guarigione e lì abbandono la stampella, lasciando anche una cospicua somma come contributo per la costruzione della nuova chiesa.

Il giovane garzone prese gli abiti dei Servi di Maria con il nome di Frà Mariano di Monreale, continuò a ricevere dalla Vergine messaggi indirizzati alla città normanna e a tutto il popolo di Dio, se ne ricordano in modo particolare due. Il frate ebbe in visione anche il progetto della nuova chiesa. Fra Mariano visse gran parte della sua vita in una piccolissima camera presso il santuario, definita dallo stesso " stanza del tesoro", per via delle apparizioni dell'Addolorata. All'architetto che realizzò la struttura, Nicolò Puglia, suggerì: "il sacro edificio deve avere sette terrazze, con il campanile dietro la chiesa, più alto di tutto, per significare che la meditazione dei dolori di Gesù e Maria eleva il cristiano a Dio".

Il 30 marzo del 1817, il Consiglio civico di Monreale con atto pubblico donò alla Chiesa il terreno attiguo, come dote della stessa. Il progetto fu realizzato quasi del tutto, ad eccezione del campanile, l'unica parte non conforme al progetto originario.

Gli eventi politici del 1820 fecero interrompere i lavori della Chiesa, ripresi più volte in diverse circostanze. Frà Mariano nel timpano della chiesa fece dipingere lo stemma dell'Ordine dei Servi di Maria, cioè "SM", con corona a sette gigli, simbolo dei sette Santi fondatori dell'Ordine. All'interno della chiesa vi è un grande affresco dipinto da Francesco Manno: vi si trova dipinto lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, in mezzo a figure di angeli.