La pioggia non impedirà a Papa Francesco di lanciare il suo messaggio ai giovani

Continua il diario di viaggio di monsignor Pennisi in Brasile. LE FOTO

RIO DE JANEIRO (BRA), 27 luglio - Sono arrivato all´aeroporto di Rio da Recife martedí 23 assieme ad altri vescovi del Nord Est accolto nonostante la gentilezza dei volontari, da una certa disorganizzazione, che non ci ha permesso di partecipare alla Messa di accoglienza presieduta dall´arcivescovo di Rio, ma ci ha risparmiato la pioggia battente.

Pioggia che non ha impedito ai giovani di partecipare a questo primo evento come agli altri eventi che hanno avuto come protagonista indiscusso papa Francesco, che non si è presentato come una superstar, ma come un amico di casa capace di entrare in una anonima baracca di una favela per chiedere un bicchiere d´acqua o un caffé.

Giovedí ho partecipato all´università statale ad una catechesi tenuta da monsignor Mariano Crociata sul tema della speranza. Ho presieduto la celebrazione eucaristica alla presenza della delegazione ufficiale della pastorale giovanile siciliana, composta da trenta giovani e accompagnata da don Calogero Manganello della diocesi di Agrigento e da alcuni preti. Io sono l´unico vescovo siciliano, anche se ho incontrato altri vescovi provenienti dalla Sicilia: il salesiano monsignor Rosario Vella missionario in Madagascar e i vescovi di origine nissena Paruzzo e Migliore, operanti in Brasile. Tra gli addetti alla sala stampa vaticana c´é un prete della diocesi di Monreale, don Antonio Chimenti, che si sta specializzando in comunicazioni sociali.

Altri siciliani ho incontrato alla festa degli italiani dove, fra le altre bandiere, campeggiava anche quella siciliana portata da un giovane frate. Altri siciliani, fra cui alcuni volontari provenienti da Palermo e da Gela, ho incontrato a Casa Italia, nella parrocchia di San Paolo dove ha tenuto la catechesi il cardinale Bagnasco. Dall´arcivescovo di Taranto monsignor Filippo Santoro, che prima era stato vescovo ausiliare di Rio e vescovo di Petropolis sono stato invitato a sostituirlo in una catechesi per i Giovani di Comunione e Liberazione dell´America Latina, che si é svolta in un capannone industriale nei pressi del porto. I circa seicento giovani seduti per terra sul pavimento di cemento hanno ascoltato la catechesi che ha avuto come tema ,"Essere discepoli di Cristo per essere missionari". Ho insistito sul fatto che Gesú Cristo e Papa Francesco non hanno bisogno di fans che si limitano a battere le mani, ma di persone disposte a seguire Cristo dopo averlo incontrato nella Chiesa e nei poveri. Durante il tragitto papa Francesco ha fatto fermare diverse volte la papa-mobile per baciare bambini e malati, mentre diversi giovani gli lanciavano bandiere e magliette. Suggestiva é stata la via crucis affidata per la regia e la scenografia ad uno dei massimi registi della televisione in Brasile con la partecipazione di famosi personaggi dello spettacolo e varie categorie di persone presenti nelle varie stazioni: dagli operai agli infermieri, dai portatori di handicap ai pompieri. Papa Francesco ha rivolto tre domande ai giovani: che cosa avete lasciato nella Croce voi? E che cosa ha lasciato la Croce di Gesù in ciascuno di voi?

E, infine, che cosa insegna alla nostra vita questa Croce? < Gesù con la sua Croce – ha detto - percorre le nostre strade per prendere su di sé le nostre paure, i nostri problemi, le nostre sofferenze, anche le più profonde> . Questa mattina c'è stata nella cattedrale di Rio la concelebrazione con oltre seicento vescovi. Durante l´omelia papa Francesco ci ha detto «Siamo chiamati da Dio, chiamati ad annunciare il Vangelo e a promuovere con coraggio la cultura dell'incontro». Ha suscitato polemiche sulla stampa locale la disorganizzazione nei trasporti pubblici e il fatto che la veglia e la messa conclusiva non si terranno nel "Campus fidei" allestito a Guarataiba, invasa dal fango a causa della pioggia incessante di questi giorni, ma sulla spiaggia di Copacabana. Adesso é spuntato un timido sole, ma sono sicuro che anche il freddo e la pioggia non impediranno ai quasi due milioni di giovani di ascoltare la parola di papa Francesco e di impegnarsi ad essere testimoni del vangelo per i loro coetanei negli ambienti in cui vivono.

* Arcivescovo di Monreale   

 

 

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