Salamone: "Tra circa un mese l'inizio dei lavori"
MONREALE, 22 aprile – A giorni sarà aggiudicata, in via definitiva, la gara per la riparazione del tetto del duomo. Dopo un mese e mezzo di controllo sui documenti presentati dalla ditta Co.edi di Partinico, aggiudicataria provvisoria, l'iter è in procinto di essere definito.
L’annuncio è stato dato dall’assessore comunale ai Lavori pubblici, e vicesindaco, Nazzareno Salamone che ha espresso la sua soddisfazione per l’esito positivo della vicenda, su cui si era concentrata l’attenzione della stampa, non disgiunta ad imprecisioni e polemiche. I lavori saranno eseguiti grazie ad un finanziamento di un milione e 300 mila euro, concesso dalla Presidenza della Regione. «La prossima settimana – ha spiegato Salamone – l’appalto sarà giudicato in modo definitivo. Passerà poi circa un mese per la firma del contratto e l’inizio dei lavori, che dovrebbero partire prima dell’estate e scongiurare un altro inverno piovoso sul tetto compromesso dalle infiltrazioni».
La notizia è stata accolta con piacere dal presidente della Fabbriceria del duomo monsignor Antonino Dolce che ha seguito con attenzione l’intera vicenda. E’ inderogabile, infatti, porre un argine immediato all’umidità, per bloccare il dilagare delle efflorescenze sui mosaici. «Mi auguro – ha detto monsignor Dolce – che i tempi previsti siano rispettati e i lavori eseguiti nel migliore dei modi. Le infiltrazioni devono essere rimosse prima dell’inizio del prossimo inverno, così da mettere a riparo i mosaici in modo definitivo. Esprimo il mio ringraziamento personale, della Fabbriceria e di tutta la diocesi al presidente della Regione Raffaele Lombardo per la sensibilità dimostrata. Il duomo è uno dei monumenti più importanti della Sicilia e forse del mondo e merita la giusta attenzione da parte delle istituzioni. Non appartiene soltanto ai monrealesi, ma all’umanità e auspichiamo che al più presto l’Unesco lo riconosca anche del “iure”, come richiesto da più parti».
L’apprensione per il tetto era cominciata nel 2007, durante una delle semestrali visite ispettive che i tecnici della sovrintendenza effettuano sulla struttura del duomo. Un’accortezza grazie alla quale il pericolo è stato scovato in tempo. L’allora presidente della Fabbriceria, don Ferdinando Toia, non perse tempo e affidò l’incarico a Filippo Patellaro e Raffaella Segreto per redigere il progetto. Con il passaggio di consegne alla guida della Fabbriceria, cui nel contempo era subentrato monsignor Antonino Dolce, è proseguito l’impegno nel cercare fondi per un intervento troppo oneroso per le casse della Fabbriceria, su cui gravano, comunque, le spese per la progettazione dell’opera. I lavori saranno eseguiti sul manto di copertura che sarà dismesso e catalogato anche per possibili reimpieghi futuri. È probabile che a determinare il danno sia stata la scarsa aderenza fra le tegole apposte circa un ventennio fa, realizzate con il tornio, e quelle più antiche di fattura manuale. Le discrepanze furono riempite con della calce che ha appesantito gli elementi e causato le fratture. Il nuovo manto di tegole non sarà più sorretto dai tetrapodi fittili esistenti ma, come concordato con la Soprintendenza, sarà interposto uno strato di ondulina sottotegole, in modo da garantire la protezione della sottostante struttura anche in caso di future infiltrazioni di acque meteoriche.