Decreto di ripristino di monsignor Di Cristina, ma con alcune prescrizioni
MONREALE, 5 aprile – Le ostie consacrate potranno tornare ad essere custodite nei tabernacoli, ma limitatamente ad alcune chiese e nel rispetto di alcune prescrizioni. Lo dispone con un proprio decreto l'arcivescovo di Monreale, monsignor Salvatore Di Cristina.
Il provvedimento dell’arcivescovo arriva dopo il diktat del mese scorso che imponeva a tutti i sacerdoti di non conservare le ostie all’interno dei tabernacoli a causa del ripetersi dei furti sacrileghi che si erano susseguiti nel giro di poche settimane in alcune chiese della diocesi. “Si è trattato di una misura estrema – scrive monsignor Di Cristina – intesa ad impedire nell'immediato il ripetersi della profanazione di quanto di più sacro Dio nella sua bontà ha affidato alla nostra custodia. Ma con tale disposizione ho anche inteso dare un segnale a forte valenza simbolica e un avvertimento ai pastori e ai fedeli, perché ravvivassero in loro il sentimento della responsabilità per una custodia veramente efficace delle Sacre Specie.
Facendo mio ora il comprensibile disagio dei sacerdoti e dei fedeli tutti – aggiunge il presule – stabilisco che il Pane eucaristico torni ad essere custodito nei tabernacoli delle chiese, limitatamente d'ora in poi alle chiese parrocchiali, a quelle dei santuari e delle case religiose, oltre che agli oratori pubblici, semipubblici e privati dei religiosi. Si esiga, in ogni caso, che il tabernacolo sia sicuro; che la chiave sia custodita dal parroco o dal rettore in luogo sicuro, mai vicino al tabernacolo. Siano assicurati nelle chiese la vigilanza più assidua e l'uso di tutti gli accorgimenti atti a scoraggiare la profanazione dei tabernacoli”. Come suggeriscono le norme liturgiche e per la verità stessa dei segni, sia consacrato in ogni messa il pane sufficiente per la comunione dei fedeli. Ciò varrà tassativamente d'ora in avanti per le chiese nelle quali l'edificio sacro suole rimanere chiuso dopo la celebrazione, anche quotidiana, dell'Eucaristia.
Si esiga sempre che al momento di fare la comunione i fedeli consumino immediatamente la sacra particola eventualmente accolta nella mano. Si preferisca sommamente che il Pane consacrato da portare ai malati venga consegnato ai ministri straordinari della comunione direttamente dal celebrante durante la messa, al momento della comunione. Altre modalità, se strettamente necessarie, intendo autorizzare onerando tuttavia la responsabilità diretta del parroco”.