Riscopriamo la parsimonia come stile di vita

Riceviamo e pubblichiamo...

Messaggio augurale pasquale dell'arcivescovo di Monreale

MONREALE, 1 aprile - Sorelle e Fratelli carissimi, anche quest'anno, caratterizzato da tante pesantezze, arriva puntuale, il saluto di Pasqua: Alleluia! "Lodiamo il Signore!" È il saluto liturgico della Santa Chiesa.

C'è il suo "noi" ("lodiamo il Signore"): un reciproco pressante gioioso invito a benedire il nostro Dio con un unico coro unanime: sii benedetto nei secoli, o Dio, Padre del Signore Nostro Gesù Cristo, che ancora quest'anno, possiamo contemplare sofferente, nei riti della Settimana Santa, umanamente sconfitto, morente in croce nell'apoteosi della Sua gloria, morto e sepolto, da Te risuscitato, "Padre suo e Padre nostro", che in Lui tutti ci hai risuscitati, perché il Seme di grano caduto in terra, morendo non rimanesse solo ...

E come ci ha risuscitati? In due modi: consegnandoci la promessa divina che nel giorno eterno parteciperemo alla Sua Vita in Paradiso; e che già fin d'ora anche in questo nostro soggiorno terreno potremo vivere nella luce feconda di questa promessa di "futuro pieno di speranza".

Cari fratelli e amici, pensiamo per un momento a quanto grande è il dono della nostra fede! Da essa proviene il sentimento costantemente sereno della nostra amicizia con Cristo; la grazia di vivere senza peccato; il desiderio sincero di amarci tra fratelli come Lui ci ha amati. Esiste una forza rivoluzionaria più potente di quella racchiusa in questa nostra fede pasquale, capace di alimentare speranze magnanime e tradurle in gesti semplici di accoglienza disinteressata, di solidarietà fraterna, di misericordia e perdono?

Questa nostra bellissima Pasqua, dicevo, si fa strada dentro un anno pesante. Siamo stati chiamati ad accettare sacrifici e rinunzie, e lo saremo ancora, forse anche assai gravi. Penso con voi ai tanti, tantissimi, disoccupati ridotti in condizioni di precariato senza apparenti vie di uscita. Penso ai poveri, divenuti più poveri anche per il venir meno delle risorse di sostegno pubblico, fino a ieri più generose. La comunità ecclesiale non ha, in quanto tale, il compito di offrire le soluzioni che appartengono alla politica. A tale livello dovranno essere i nostri rappresentanti (e, mi auguro, con particolare impegno quelli che ci sono fratelli nella fede) a disporre soluzioni attese da anni. Come vescovo – faccio miei i sentimenti espressi dal Cardinale Presidente della C.E.I. – chiedo che vengano sempre tenuti insieme equità e rigore. Ma per tutti noi esprimo la speranza che l'attuale difficile congiuntura ci migliori tutti.

Che non ci lasciamo appiattire, e ancor meno schiacciare, da essa. Che tutti ci industriamo in tutti i modi di dare il nostro contributo, per piccolo che sia, ai risultati importanti che non potranno che venire. Chi ha il dono della fede pasquale non può e non deve limitarsi a fare da spettatore lamentoso. È tempo di emergenza per tutti. Perciò è anche tempo di discutere – come suggeriva un grande del recente passato – non solo di quel che debba fare la Comunità per noi ma anche di quello che ciascuno di noi può e deve fare per la Comunità, a cominciare dal prossimo più prossimo. E forse è anche tempo di riscoprire la cristiana capacità della parsimonia come stile di vita. Buona Pasqua, miei cari.
Alleluia.

 

* Arcivescovo di Monreale