Tetto del Duomo, centoundici ditte partecipano alla gara d'appalto

Nei prossimi giorni si procederà all'apertura delle buste

MONREALE, 20 gennaio - Centoundici ditte partecipano alla gara d'appalto per ristrutturare il tetto del duomo, i cui termini sono scaduti qualche giorno fa. A breve, comincerà l'apertura delle buste.

Dopo le polemiche infuriate nelle settimane scorse, giunge a conclusione il primo step del progetto di recupero, commissionato dalla Fabbriceria del duomo. Ha ufficializzato il numero dei partecipanti, l’assessore all’Urbanistica Nazzareno Salamone, che per conto del comune ha seguito l’iter, insieme ai tecnici della Fabbriceria Filippo Patellaro e Raffaella Segreto. La notizia è stata accolta con soddisfazione da monsignor Antonino Dolce, presidente dell’ente e vicario generale della diocesi, e dal sindaco Filippo Di Matteo. L’intervento potrà essere realizzato grazie al finanziamento da un milione e 300 mila concesso dalla presidenza della Regione.

“Il nostro interesse prioritario – ha commentato monsignor Dolce – è che l’opera sia realizzata nel migliore dei modi così da mettere al sicuro il tetto per gli anni avvenire. Auspichiamo che i lavori possano iniziare al più presto e concludersi nei tempi previsti. Esprimo, inoltre, il mio ringraziamento personale, della Fabbriceria e di tutta la diocesi, al presidente della Regione Raffaele Lombardo per la sensibilità dimostrata. Il duomo è uno dei monumenti più importanti della Sicilia, e forse del mondo, e merita la giusta attenzione da parte delle istituzioni”. “E’ un’ottima notizia per la città – ha detto il sindaco Di Matteo. Mi auguro l’Urega proceda in modo celere all’espletamento della gara così che il tetto sia messo in sicurezza insieme ai mosaici”.

L’apprensione per le infiltrazioni, che con il passare del tempo potrebbero danneggiare anche le tessere auree, era cominciata nel 2007 durante una delle semestrali visite ispettive che la Fabbriceria affida ai suoi tecnici, per verificare la struttura del duomo. Un’accortezza grazie alla quale il pericolo è stato scovato in tempo. L’allora presidente della Fabbriceria, don Ferdinando Toia, non perse tempo e affidò l’incarico per redigere l’attuale progetto che ha superato il lungo iter burocratico e oggi è approdato alle battute finali. Con il passaggio di consegne alla guida della Fabbriceria, è proseguito l’impegno nel cercare fondi per un intervento troppo oneroso per le casse della Fabbriceria su cui gravano, comunque, le spese progettuali.

L’intervento riguarda il manto di copertura che sarà dismesso e catalogato anche per possibili reimpieghi futuri. È probabile che a determinare il danno sia stata la scarsa aderenza fra le tegole apposte circa un ventennio fa, realizzate con il tornio, e quelle più antiche di fattura manuale. Le discrepanze furono riempite con della calce che ha appesantito gli elementi e causato le fratture.