Illuminazione del Duomo, monsignor Dolce: "Polemiche non costruttive"

Il sovrintendente Gullo ipotizza l'introduzione di un biglietto

MONREALE, 10 gennaio – Sull'ormai famoso impianto di illuminazione della cattedrale sono intervenuti anche il presidente della Fabbriceria del duomo, monsignor Antonino Dolce, e il sovrintendente ai Beni culturali della provincia di Palermo Gaetano Gullo.

Quest’ultimo ha smentito ogni forma di polemica con la stessa Fabbriceria e la Curia di Monreale. “La gestione dell’impianto – ha spiegato Gullo – realizzato circa un anno fa, è di competenza della Curia. È chiaro che è impensabile lasciare acceso un impianto di quel tipo tutto il giorno: sarebbe uno spreco ingiustificabile. È giusto, invece, illuminare i mosaici durante le ore di visita. Ho suggerito, come possibile ipotesi per sopportare i costi gestionali, l’introduzione di un biglietto per la visita del duomo”.

Che si sia fatto molto rumore per nulla è la convinzione di monsignor Dolce che in una nota ha messo nero su bianco le modalità con cui l’impianto rimane acceso, respingendo l’attenzione che i media riservano al duomo soltanto per scopi polemici e non costruttivi. “L’abside – ha spiegato il vicario generale della diocesi – il catino con il Pantocratore e l’area presbiterale restano sempre illuminati durante le ore delle visite turistiche. Dal momento che il duomo è anzitutto un luogo di culto, le visite vengono sospese la domenica e in tutti gli altri momenti in cui vi sono delle celebrazioni. Pertanto, non meraviglia se alcuni visitatori, la domenica mattina, in orari fuori della messa, possano trovare le luci spente. Le macchinette a pagamento, inoltre, sono state messe fuori uso perché non compatibili col nuovo impianto in cui i corpi luminosi sono a “led” e quindi non ad accensione immediata”. Restano le ragioni estetiche che poco, o nulla, sembrano interessare i visitatori e le guide turistiche.

Tutti i monumenti d’ispirazione bizantina prediligono la penombra nella fruizione non solo mistica ma anche artistica. L’uso dell’oro, oltre ad esprimere potenza, veicolava il messaggio teologico della luce divina quale mezzo per la salvezza per l’uomo e in quanto tale “rischiarava” l’esistenza umana. Qualche turista più accorto, ammirando i mosaici alla luce naturale del giorno ha notato che abbagliare i mosaici per lunghi periodi di tempo non soltanto è inutile ma arreca un danno all’ambiente. Con buona pace di chi si batte per lo sviluppo sostenibile e il rispetto dei beni monumentali ed ambientali.