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Monreale, il ricordo di re Guglielmo II e degli arcivescovi: la comunità civile grande assente

| Giuseppe Cangemi | Curia

Ieri in Cattedrale la celebrazione eucaristica in suffragio del re normanno e degli arcivescovi monrealesi scomparsi

MONREALE, 9 novembre – È stata officiata ieri pomeriggio dall’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, all’interno del duomo di Monreale, la celebrazione eucaristica in suffragio di re Guglielmo II e degli arcivescovi monrealesi scomparsi.

Sin dalla morte del re normanno passato alla storia come ''re buono'', la Chiesa di Monreale e gli arcivescovi ricordano la scomparsa del re, cui si deve la fondazione di Monreale e della sua cattedrale. Discendente della dinastia normanna, Guglielmo II non ebbe figli dalla moglie Giovanna d’Inghilterra. Ciò lo costrinse ad acconsentire al matrimonio fra la zia Costanza, nata da Ruggero II, ed Enrico VI di Svevia, decretando così la fine della stirpe normanna e l'arrivo degli Svevi in Sicilia.

Ieri sera, al termine della celebrazione eucaristica, l'arcivescovo Michele Pennisi ha effettuato prima la tradizionale benedizione della tomba degli arcivescovi monrealesi scomparsi, presso la cripta moderna nella quale riposano alcuni arcivescovi, fra cui Corrado Mingo, Salvatore Cassisa, Giovanni Roano, Vitaliano Visconti, Benedetto Balsamo e Benedetto D'acquisto. Successivamente, dopo aver recitato una preghiera in suffragio del re normanno, monsignor Pennisi ne ha asperso la tomba, rivolgendo la tradizionale invocazione alla Madonna che il re ha voluto onorare con la sua grande opera. Il suo sarcofago di marmo bianco fu realizzato su richiesta dell'arcivescovo Ludovico I Torres. Subito dopo la morte, infatti, il corpo del re fu posto a terra sotto la tomba del padre. Fu Ludovico Torres ad ordinare che fosse riposto nel sarcofago che fece costruire proprio per lui.

"Guglielmo – ha ricordato monsignor Pennisi – fu re ''cristianissimo''. Egli progettò di edificare un tempio per la Vergine e lo condusse fino al punto in cui nessun principe mai riuscì ad arrivare. Con lui - ha continuato l’arcivescovo- la Chiesa di Monreale ricorda oggi anche gli arcivescovi scomparsi''.

Alla memoria di questi ultimi, in particolare, monsignor Pennisi ha dedicato il pensiero che Benedetto XVI nella sua enciclica sulla speranza ha elaborato sul rapporto con i nostri cari defunti, citandone nell'omelia uno dei passi più significativi: ''Alle anime dei defunti può essere dato ''ristoro e refrigerio'' mediante l’Eucaristia, la preghiera e l’elemosina. Che l’amore possa giungere fin nell’aldilà, che sia possibile un vicendevole dare e ricevere, nel quale rimaniamo legati gli uni agli altri con vincoli di affetto oltre i confini della morte, è stata una convinzione fondamentale della cristianità attraverso tutti i secoli e resta anche oggi una confortante esperienza[…]Le nostre esistenze sono in profonda comunione tra loro, mediante molteplici interazioni sono concatenate una con l'altra''.

Anche quest’anno, dunque, la Chiesa monrealese si è riunita nel ricordo del re fondatore, in un momento idealmente importante per l’intera comunità che purtroppo non ha risposto con una partecipazione adeguata al solenne momento di memoria non solo religiosa, ma anche e soprattutto civile.

Le celebrazioni in onore di Dante in occasione dei 700 anni dalla sua morte continueranno giovedì 11, sempre all’interno del duomo, proprio nel segno di Guglielmo, ricordato dal sommo poeta nel XX canto del Paradiso. Si terrà, infatti, un convegno dal titolo ''Dante nel Paradiso di Guglielmo'' a cura del professor Franco Nembrini che consterà di due sessioni, di cui una in programma alle 11 del mattino rivolta agli studenti ed una seconda prevista alle 17 destinata a tutti, per cui ci si augura una più cospicua adesione.

 

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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