La Diocesi di Monreale ricorda l'822° anniversario della morte di Guglielmo II

Celebrata una Messa in suffragio del re normanno

MONREALE, 19 novembre - Una messa in suffragio di re Guglielmo II nell'822° anniversario della sua morte. Da quel 18 novembre 1189, gli abati benedettini prima e gli arcivescovi dopo ricordano la scomparsa e pregano per l'anima dell'ultimo re normanno, che fondò Monreale e la sua cattedrale.

Per la Chiesa diocesana è una sorta di legato e anche ieri l'arcivescovo Salvatore Di Cristina, dopo la celebrazione eucaristica, ha benedetto la tomba del re e degli arcivescovi monrealesi scomparsi, presso la cripta dove si è svolta la funzione. Dopo aver recitato una preghiera in suffragio dei Guglielmo, mons. Di Cristina ne ha asperso tomba, invocando la sua presenza fra i santi e la Madonna che ha voluto glorificare con la sua opera imponente, quale prefigurazione della Gerusalemme Celeste.

"Guglielmo – ha detto l'arcivescovo – è Pastore della Chiesa nel nome del Signore, così come lo intende la Bibbia".

Il sarcofago di marmo bianco risale al 1575 e fu realizzato su commissione dell'arcivescovo Ludovico I Torres. L'incendio del 1811 rovinò il suo baldacchino. Il primo sacello in cui furono riposte le spoglie mortali di Guglielmo si trova oggi nel museo diocesano di Monreale. E' uno splendido manufatto di epoca classica, tornato al suo antico splendore dopo un recente restauro. Subito dopo la morte, il corpo del re fu deposto a terra, sotto la tomba del padre. Ludovico Torres ordinò che fosse dissotterrato e riposto nel sarcofago che fece costruire per lui.

Il sarcofago in porfido rosso dove riposa Guglielmo I il Malo, padre di Guglielmo II, è di epoca normanna e risale al 1100.

Ogni anno, il 18 novembre, la Chiesa monrealese, e idealmente tutta la città, si riunisce nel ricordo del re fondatore cui deve l'origine e il lustro.

Epigono della dinastia normanna, Guglielmo II, passato alla storia come il Buono, non ebbe figli dalla moglie Giovanna Plantageneta. La sterilità del suo matrimonio lo costrinse ad acconsentire alle nozze fra la zia Costanza, nata postuma da Ruggero II, ed Enrico VI di Svevia, segnando così la fine della stirpe normanna e l'avvento degli Svevi in Sicilia.

Roberto di Torigny riporta una notizia, non confermata da alcun altro cronista dell'epoca, secondo cui dal connubio fra Guglielmo e Giovanni sarebbe nato un figlio Boemondo di cui non si conosce la sorte. La funzione in suffragio di re Guglielmo II e degli arcivescovi, ieri pomeriggio, si è svolta all'interno della cripta, situata sotto la sala Capitolare di San Placido, che mons. Salvatore Cassisa fece costruire un ventennio fa.

L'antica cripta del duomo era stata realizzata dall'arcivescovo Giovanni Roano, nel 1690, nella sacrestia della cappella del Crocifisso. Nella cripta moderna si trovano alcuni arcivescovi, fra cui Corrado Mingo, Roano, Vitaliano Visconti, Benedetto Balsamo e Benedetto D'acquisto. Altri riposano nella cappella di San Castrense: il venerabile Antonio Augusto Intreccialagli ed Erensto Filippi. Dei più si è persa memoria delle loro tombe dopo il disastroso incendio dell'11 novembre 1811. Mons. Cataldo Naro, scomparso di recente, riposa nella chiesa madre del suo paese natale, San Cataldo in provincia di Caltanissetta.