Parole forti del presule al funerale di Santo Parisi
MONREALE, 5 dicembre – La Città di Terrasini oggi celebra il suo lutto per la morte tragica di un suo figlio, Santo Parisi, l’operaio morto, assieme ad altri due colleghi, Gaetano D’Ambra e Christian Micalizzi, nel incidente sul lavoro di martedì 29 novembre a Messina mentre lavoravano all’interno della nave “Sansovino”.
Monsignor Michele Pennisi già questa mattina ha voluto incontrare i familiari e dare l’abbraccio concreto di un’intera comunità ecclesiale per entrare in sintonia con il dolore indescrivibile della signora Rosanna, dei figli Giuseppe, Francesco e Rosalia, dei parenti, dei colleghi di lavoro.
Presiedendo le esequie, il vescovo nell’omelia ha usato parole forti «È accaduto ciò che non dovrebbe mai accadere sul posto di lavoro, dove le persone si recano per guadagnarsi il pane per costruire un futuro sereno e più sicuro per sé e per i propri figli» aggiungendo «e non possiamo rassegnarci a queste morti; non possiamo abbassare l’attenzione di fronte a queste tragedie del lavoro.»
«Deve essere al centro dell’attenzione di ogni posto di lavoro la dignità e la salute di chi lavora, e deve crescere molto di più di quanto accada ora la cultura della sicurezza sui luoghi di lavoro. La salute e la vita dei lavoratori, come di tutte le persone, sono valori primari».
Anche se il dolore e il pianto sono dei sentimenti umanissimi, che anche Gesù ha condiviso, non possono essere l’ultima parola sul destino di una persona. Per noi credenti l’ultima parola è la Parola di Speranza nella vita eterna fondata sulla fede nella resurrezione dei morti. «In mezzo a noi, in modo molto reale benché invisibile, Gesù partecipa al nostro dolore…con noi oggi egli piange; con noi, sostiene chi è nel lutto.»
«A noi ora qui è chiesto di pregare per il nostro fratello Santo Parisi e per gli altri suoi colleghi morti» ha detto il Vescovo, «e vivere come “nostro” il dolore dei familiari ed offrire loro la nostra vicinanza colma di affetto.»
La nostra fede in Cristo non ci impedisce di essere tristi, ma ci aiuta a perseverare nella fiducia animata dalla speranza cristiana.