• Prima pagina
  • Diocesi
  • Curia
  • Corleone, la processione si ferma davanti la casa di Ninetta Bagarella, la Curia istituisce una commissione di indagine

Corleone, la processione si ferma davanti la casa di Ninetta Bagarella, la Curia istituisce una commissione di indagine

Le forze dell’ordine hanno abbandonato il corteo

CORLEONE, 4 giugno - La processione del 31 maggio scorso, che ha attraversato le strade di Corleone, si sarebbe fermata per un "inchino" davanti alla casa dove abita Ninetta Bagarella, la moglie del capo di Cosa Nostra Totò Riina. L'episodio viene ricostruito dal quotidiano La Repubblica.

Il commissario di polizia e il maresciallo dei carabinieri, che erano presenti, hanno subito lasciato la processione inviando una relazione alla procura distrettuale antimafia. Dai primi accertamenti è emerso che uno dei membri della confraternita di San Giovanni Evangelista, Leoluca Grizzafi, è cugino di secondo grado della Bagarella. Il parroco di Santa Maria, padre Domenico Mancuso, si è detto amareggiato: "Ho ribadito alle forze dell'ordine che non è mia usanza sostare davanti ai potenti o pseudo potenti quella non era una sosta prestabilita, è accaduto. Mi rendo conto che ci voleva più prudenza".

Sula questione è intervenuto l’arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi che annuncia l’istituzione di una commissione di indagine. “Circa quanto avvenuto la sera del 31 maggio a Corleone – si legge in una nota della Curia – durante la processione di S. Giovanni Evangelista, la Curia Arcivescovile di Monreale rende noto che l’arcivescovo, monsignor Michele Pennisi, informato dell’accaduto appena qualche istante dopo, ha manifestato il suo profondo rammarico e la sua ferma condanna.
Il Parroco, don Domenico Mancuso, al quale è stata chiesta una relazione ben dettagliata dei fatti, afferma che il tragitto processionale è stato quello tradizionale, comunicato a tempo debito – come di regola - al Commissariato di Polizia, al Comando dei Carabinieri e al Comando di Polizia Municipale; la sosta, non concordata precedentemente, c’è stata realmente ma non c’è stato alcun inchino del simulacro.

L’arcivescovo con decreto del giorno successivo, 1 giugno 2016, ha nominato una commissione di indagine costituita dall’assistente diocesano delle Confraternite, dal Presidente diocesano della Federazione delle Confraternite e dal rappresentante locale della Federazione. La Commissione che ha già espletato delle indagini previe si riunirà, con la presenza del vicario generale dell’arcidiocesi, lunedì 6 giugno, nella sede della Federazione a San Cipirello ed eventuali responsabili del fatto, oltre che increscioso anche sacrilego, saranno sanzionati con ilo commissariamento e o l’espulsione dalla Confraternita”.