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Comincia la Quaresima: ha senso la penitenza?

| don Vincenzo Noto * | Curia

Riflessioni sul valore delle privazioni nel periodo che precede la Pasqua

MONREALE, 6 marzo - Siamo entrati nel tempo liturgico della Quaresima, tempo di penitenza e di digiuno per antonomasia. Il mercoledì delle Ceneri, per le leggi della Chiesa, ogni cristiano è tenuto a digiunare e a non mangiare carni, così come il Venerdì Santo, mentre tutti i venerdì continua l'astinenza dalle carni.

Le liturgie della chiesa assumono un carattere penitenziale anche nei paramenti usati per la celebrazione (colore viola) e letture ed omelie fanno molto riferimento alla conversione e ad una vita austera che dovrebbero segnare una svolta nella vita del cristiano.

Non pochi fedeli vivono con spirito veramente cristiano questo tempo penitenziale, mentre tutto attorno continua come prima. Parlare di penitenza e di sacrificio a molte persone, anche di quelle che vanno in chiesa alla messa domenicale, è come fare un buco nell'acqua. Bene che ti vada ti considerano un poco "strano", bisognoso di aggiornamento, e ti consigliano di farti furbo perché i tempi sono cambiati. Quando ti va male ti ridono un poco anche in famiglia facendoti chiaramente intendere che hai bisogno di una scossa per tornare a vivere nel tuo tempo, così come vivono gli altri.

Eppure la chiesa continua con impegno a ripeterci che la penitenza è assolutamente necessaria per una seria vita interiore e per resistere, da parte del cristiano che sa di essere debole, alle tentazioni che nel mondo di oggi si presentano in forme assolutamente nuove e diaboliche. Mai come su questo tema lo scontro tra la cultura dominante e l'insegnamento della chiesa è totale.

Guardando più in profondità al nostro tempo dobbiamo però ammettere un dato incontrovertibile: il "mondo" con la sua logica godereccia vive all'interno di una cultura di morte e continuamente la sostiene, mentre la chiesa che propone la penitenza e la rinuncia costruisce un mondo nuovo e di solidarietà che anticipa in qualche modo i cieli nuovi e la terra nuova dei quali parla Gesù. I santi che sono stati veri uomini di penitenza hanno costruito attorno a sé un mondo pieno di vita e di generosità, gli egoisti che hanno pensato solo a se stessi hanno prodotto troppo spesso una cultura di morte e di violenza che fa precipitare il mondo a livelli sempre meno vivibili.

Si deve fare penitenza oggi come insegna la Chiesa? O dobbiamo arraffare tutto quanto è possibile fregandocene di tutto e di tutti ed anche di Dio?

 * direttore della Caritas diocesana di Monreale

(fonte: www. vincenzonoto.it)

 

 

  

· Enzo Ganci · Editoriali

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