Pennisi ricorda quando negò i funerali solenni al boss Emmanuello
ROMA, 21 agosto - "Le istituzioni, o almeno i vigili del quartiere, sarebbero dovuti intervenire subito. E aiutare il parroco a prevenire lo show del corteo funerbe. Nel codice mafioso, è una glorificazione del defunto. Un brutto segnale. Un conto è la misericordia da riservare a tutti, un altro è arrivare a questi eccessi".
Ad affermarlo è l'arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, nel corso di un’intervista rilasciata a “La Repubblica” di oggi, in merito ai funerali del boss Vittorio Casamonica, che si sono svolti ieri in forma solenne a Roma, con l’organizzazione di un corteo con tanto di carro funebre antico trainato da cavalli e banda musicale al seguito.
Nell’articolo a firma di Paolo Rodari, Pennisi ricorda quando, da vescovo di Piazza Armerina, visse una situazione analoga, quando morì nel 2007 il capocosca gelese Daniele Emmanuello: "Negai i funerali all'interno della chiesa madre mentre acconsentii, soltanto per gli stretti famigliari, alle esequie nella cappella del cimitero. Vigilò la polizia. Io venni minacciato. Non fu un bel momento".
"Ciò che è inammissibile - ribadisce Pennisi - è tutto lo show che è stato creato intorno alle esequie. Credo però davvero che non spettasse al parroco vigilare, ma ad altri, a chi ha concesso permessi".