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"Monsignor Cassisa ha lasciato un segno nella storia della diocesi, la Chiesa di Monreale gli è grata"

| Enzo Ganci | Curia

Monsignor Michele Pennisi traccia un ricordo del suo predecessore

PALERMO, 3 agosto - Fino all'ultimo ha mantenuto la sua lucidità e soprattutto ha ricevuto tutte le cure e le attenzioni da parte dei suoi familiari, che lo accudivano nella casa di Palermo. All'alba di oggi, però, il cuore di monsignor Salvatore Cassisa ha cessato di battere all'età di quasi 94 anni, di cui 71 di sacerdozio e 41 di episcopato.

Stamattina a dargli l'ultimo conforto religioso è stato l'attuale arcivescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, che, poi, come vogliono le norma del diritto canonico, ha comunicato il decesso di Cassisa alla segreteria del Vaticano ed alla Conferenza Episcopale Italiana. Cordoglio per la morte dell’ex arcivescovo esprime, a nome di tutta la cittadinanza, il sindaco di Monreale Piero Capizzi, seguito poi dal consigliere comunale, Marco Intravaia. Il Comune, con una sua delegazione, sarà presente mercoledì alla celebrazione delle esequie.

“Ha molto amato la Chiesa di Monreale – dice tracciando di lui un ricordo monsignor Pennisi – e la chiesa di Monreale gli è grata. Monsignor Cassisa lascia un segno indelebile nella storia della nostra diocesi. Negli ultimi tempi andavo a trovarlo spesso e mi diceva che pregava sempre per la chiesa monrealese. Sono certo che continuerà a farlo anche nella sua vita ultraterrena”.

Volendo tracciare un breve profilo di monsignor Salvatore Cassisa, si può affermare che nacque a Trapani, nel 1921, poi il 3 settembre del 1944 fu ordinato sacerdote, mentre la nomina a vescovo giunse per mano di Papa Paolo VI, il 24 gennaio del 1974, quando fu assegnato alla diocesi di Cefalù. Quindi, nel 1978, il trasferimento a Monreale per subentrare a monsignor Corrado Mingo.
40 i sacerdoti ordinati durante il suo episcopato monrealese, con 27 nuove parrocchie istituite e tre nuove chiese costruite: quella di San Giuseppe a Malpasso, Santa Teresa del Bambin Gesù a Monreale e la Mater Gratiae a Villagrazia di Carini. A lui si deve pure la costruzione del monastero delle monache di clausura di Giacalone. Pose le basi per l'apertura del museo diocesano, poi inaugurato da monsignor Salvatore Di Cristina, così come l'impegno per la battaglia delle "termiti" ,che aggredirono il soffitto del duomo. Di Cassisa si ricorda pure la celebrazione dei solenni funerali del capitano Mario D’Aleo ucciso dalla mafia il 13 giugno del 1983, alla presenza delle più alte cariche dello Stato.

L’episcopato di monsignor Cassisa, però, fu molto discusso, perchè l’arcivescovo fu pure al centro di diverse vicende giudiziarie, dalle quali, peraltro, uscì sempre indenne: Le inchieste nelle quali fu coinvolto riguardavano la collusione mafiosa, l’ appropriazione indebita e il falso in atti d'ufficio. Da queste accuse, però, venne prosciolto. In tanti ancora ricordano la “guerra” con il parroco della chiesa del Carmine, don Giuseppe Governanti, che denunciò Cassisa alla Cei, chiedendo l’invio di un visitatore apostolico per verificarne l’operato. Al fianco di don Governanti, che era stato sospeso “a divinis”, si schierò una grossa fetta dell’opinione pubblica monrealese, che diede vita pure ad una manifestazione pubblica. Poi la vicenda si chiuse quando Cassisa rivide la sua decisione, in seguito ad una riappacificazione con il sacerdote.

Nel '97 al suoi posto a Palazzo Arcivescovile arrivò monsignor Pio Vittorio Vigo, prima dell'avvento di monsignor Cataldo Naro, scomparso prematuramente nel settembre del 2006.

· Enzo Ganci · Editoriali

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