L'amore di Dio può trasformare la nostra vita

Riceviamo e pubblichiamo...

Carissimi fratelli e sorelle,
celebriamo la prossima Pasqua preparandoci al Giubileo straordinario annunciato da Papa Francesco, che avrà come tema centrale la misericordia di Dio.

“Sono convinto che tutta la Chiesa – ha detto il Papa – potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale siamo tutti chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ogni donna del nostro tempo”.

La passione e la resurrezione di Cristo è la sorgente alla quale possiamo attingere la misericordia del Padre. L’amore di Dio, che è più forte delle malattie e della stessa morte, può trasformare la nostra vita, far fiorire quelle zone di deserto che ci sono nel nostro cuore.

La malattia è una prova, un momento difficile in cui il corpo è sminuito e in cui è difficile sperare. L'unica malattia mortale è quella che permette alla gelida mano della disperazione di stringere in una morsa il cuore dell'uomo.
Di fronte alla malattia la fede cristiana ci dice di non perderci d’animo, di mantenere viva e alta la speranza, di confidare in Dio che nessuno abbandona e dimentica, di guardare a Gesù Crocifisso, che ha voluto soffrire come noi e per noi per dimostrarci il suo amore e donarci una gioia profonda capace di dare senso anche alle nostre sofferenze.

La gioia è il segno del vero credente, che ama Dio e che resta nell’amore di Cristo. Il cuore dell’uomo fa fatica ad accettare di essere infinitamente amato da Dio, nonostante i suoi peccati e i suoi rifiuti. Accettare l’amore gratuito e non meritato di Cristo, significa provare una gioia senza limiti, che si esprime nelle lacrime del pentimento e nelle preghiere di lode e di ringraziamento. Perché la paradossale gioia cristiana ,espressa nelle beatitudini evangeliche, possa convivere con le tribolazioni, ognuno di noi deve essere pronto a portare la propria croce quotidiana e a sopportare la sofferenza per amore di Gesù.

Gesù Cristo si è identificato nell’uomo che soffre, soffrendo lui stesso per vincere il male e la morte. Egli è risorto, è vivo. Egli è presente con voi ed in voi. Voi potete contare sul suo appoggio per ravvivare il vostro coraggio e affrontare la prova, e anche accettarla. Insieme a lui, potete offrire la vostra sofferenza e le vostre paure, completando ciò che nella vostra carne manca alla passione di Cristo a favore del suo corpo che è la Chiesa.

In preparazione alla Santa Pasqua rivolgo fervidi auguri di pace e di serenità agli ammalati e ai sofferenti, sia quelli ricoverati negli Ospedali e nelle Case di cura sia quelli che sono nelle loro case, ai medici, a tutto il personale sanitario, ai cappellani, ai ministri straordinari dell’eucaristia e della consolazione e ai vostri familiari.
Vi affido alla tenerezza confortevole della Vergine Maria Addolorata, nostra Madre invocata come "salute dei malati" e con tutto il mio affetto, invoco su di voi il conforto della Benedizione di Dio.

* Arcivescovo di  Monreale