Non sottomettiamoci all'imperatore di turno, ma con fede accogliamo Gesù Cristo

Riceviamo e pubblichiamo...

MONREALE, 24 dicembre - L'imperatore Ottaviano Augusto era stato definito "salvatore del mondo" e la sua nascita veniva considerata "l'inizio della buona novella per tutto il mondo".

L'evento che ha cambiato il corso alla storia non è avvenuto però in un palazzo della Roma imperiale, ma in una stalla a Betlemme, e la pace in terra non si è realizzata con le armate invincibili dell'aquila imperiale romana, ma con il canto gioioso della milizia celeste che risuona sulla grotta di Betlemme.

C'è una continuità fra la gloria di Dio in cielo che manifesta agli uomini il suo compiacimento e la pace in terra.
Se si vuole mantenere intatta la verità su Gesù, occorre non sfumare il contrasto tra la fragile umanità del bambino e la sua abbagliante gloria divina. Questo bambino, la cui nascita è stata ignorata dai grandi della terra, è l'unico Salvatore del mondo, venuto a liberarci dalla lebbra del peccato, dalla droga dell'egoismo, dal tunnel buio della morte.

Lo scrittore russo Solov'ëv, ne "Il racconto dell'Anticristo" riporta la risposta che lo starets Giovanni dà all'imperatore che, volendo ridurre il cristianesimo a vago umanesimo, gli chiede: "Che cosa avete di più caro nel cristianesimo?... 'Grande sovrano! Quello che abbiamo di più caro nel cristianesimo è Cristo stesso. Lui stesso e tutto ciò che viene da Lui, giacché noi sappiamo che in Lui dimora corporalmente tutta la pienezza della divinità".

Italo Alighiero Chiusano ha scritto: "È quello il cuore, il Dio Figlio di Dio,/quello è il centro, il sole che m'illumina, / la linfa, il sangue che scorre a dar vita,/senso, sapore, allegria/- sì, miseriaccia, allegria! - a un cosmo che senza di lui/ sarebbe un incomprensibile ammasso/ di meraviglie sospese nel nulla".

Gesù è il Figlio di Dio che è diventato vero uomo , non un extraterrestre o un superuomo venuto sulla terra a sfoggiare una potenza strabiliante, a strappare applausi, a raccattare ossequi e consensi da povere persone sottomesse e piene di guai.
Se non prendiamo sul serio il Natale di Cristo rischiamo di ricordare un anniversario e di celebrare una festa senza sapere chi è il festeggiato. Il Natale è una buona notizia di salvezza che riguarda ciascuno di noi. Se ci lasciamo raggiungere da questo messaggio, anche noi, come i pastori e i magi, veniamo investiti da una grande gioia, che ci fa superare le nostre paure e ci da la certezza che anche il dolore più atroce può diventare luogo dell'amore, pure l'abisso della nostra miseria può accogliere la misericordia, e finanche la disperazione più nera può tramutarsi nella speranza più ardita.

Il Natale nel quale si manifesta l'amore gratuito di Dio per l'umanità è una grande energia liberatrice in una società mercantile, dominata dal dare per ricevere in cambio.
L'augurio che rivolgo a tutti è che nessuno si sottometta all'imperatore di turno, ma accolga con grande fede Gesù Cristo nel suo cuore e lo riconosca presente, soprattutto, nei piccoli e nei poveri, per essere costruttori di un mondo nuovo nel quale regni la giustizia, la solidarietà, la fraternità e la pace vera.

* Arcivescovo di Monreale