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Elezioni 2018: l'Arcivescovo di Monreale, Michele Pennisi, invita a riflettere sull’impegno dei cattolici in politica

| Enzo Ganci | Diocesi

“Le elezioni non sono un concorso di bellezza. I cittadini debbono scegliere sui programmi concreti”

MONREALE, 2 marzo - “Il rischio è che i cattolici si disperdano in una frammentazione che travolge, assieme all’unità partitica, anche quella culturale ed ecclesiale, col risultato di farli sparire come soggetto sociale”. Lo scrive monsignor Michele Pennisi, arcivescovo di Monreale, in una sua riflessione sull’impegno dei cattolici in politica.

“C’è una unità di fondo dei credenti sul piano della fede, dell’appartenenza ecclesiale e della concezione cristiana della vita – spiega il presule -, che è prima di ogni pluralismo e che sola consente una pluralità di posizioni all’interno del cattolicesimo”. In questo contesto, monsignor Pennisi parla di “pluralismo ordinato”, che “dovrebbe realizzarsi all’interno di “un progetto culturale e pastorale unitario”, che possa trovare “momenti di convergenza e di confronto attraverso varie iniziative”. Un esempio indicato è quello delle “Settimane Sociali dei cattolici italiani, Retinopera e altre iniziative promosse da associazioni e movimenti di ispirazione cristiana per favorire il dialogo e la collaborazione fra le varie anime del cattolicesimo italiano a servizio del bene comune”. A prescindere dalla loro scelta partitica, è “importante” che i cattolici “siano i soggetti della nuova evangelizzazione che comporta anche un impegno rinnovato per essere come autentici testimoni della carità evangelica sale, luce e lievito nella nostra società, in spirito di servizio e di dialogo con gli uomini e le donne del nostro tempo”.

 

 

Quello che si chiede ai candidati – sottolinea ancora il presule il presule – è l'onestà, la competenza e la coerenza etica. “Le elezioni non sono un concorso di bellezza. I cittadini debbono scegliere sui programmi concreti non in base alla faccia più o meno simpatica dei candidati nei mega manifesti elettorali o agli slogan pubblicitari – aggiunge Pennisi. Su questi temi i candidati dovrebbero confrontarsi realmente. E sulla base delle loro risposte i cittadini elettori dovrebbero maturare le proprie scelte”. C’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica – conclude il Vescovo -. Questa esigenza dev’essere ben presente negli itinerari educativi delle comunità ecclesiali e richiede nuove forme di accompagnamento e di sostegno da parte dei pastori. L’appartenenza dei cristiani alle associazioni dei fedeli, ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità può essere una buona scuola”.

Studio Valerio
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· Enzo Ganci · Editoriali

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