Il ruolo degli influencer sui social network

Mi chiedo spesso e volentieri, in questo giugno 2021 maldestro e folle, quale semantica ed etimologia appioppare al sostantivo “influencer”.

Nel terzo millennio sbalestrato, dove ogni defecazione di nuovi vocaboli, riempie clamorosamente l’universo geografico poverino, caratterizzato prevalentemente dalla variante inglese Delta e Delta Plus indiana ed amazzonica, dalle discriminazioni etniche, dall’omofobia e dal colore pregiudiziale della razza, anche nella nostra Europa ci arrovelliamo unitamente a tutte le stravaganze linguistiche, nella decodifica di un Teatro dell’Assurdo che, aspettando Godot, ci trascinerà tutti nell’inferno dantesco dell’ignominia.

Letteralmente il nostro caro Influencer è uno stravagante persuasore, a livello universale, di un pensiero muto senza contenuti o propaganda; l’influencer appare attraverso i suoi selfies fotografici ed amplifica la sua popolarità senza profferire parola. Khaby Lame è attualmente l’italiano più seguito al mondo su Instagram: 25 milioni di followers lo seguono. Lame ha superato Chiara Ferragni nella super sfida mondiale, ma non ha la cittadinanza italiana. In tempo di Covid19, mi sentirei fottutamente ridicolo ad approfondire il ruolo degli influencers che verranno nel tempo che verrà, se gli influencers e tutti quanti ci saremo ancora! In ogni caso, considerato che mi stava a cuore parlarne, metterò da parte il mio pessimismo scientifico e sparerò a zero su questi fenomeni da baraccone, guitti e persi nel labirinto del nulla ed in una dimensione manicomiale.

Ulisse e la sua biografia mi soccorrono e placano i miei bollenti spiriti. Fatti non fummo a vivere come bruti, burattini e guitti, ma per seguire virtù, conoscenza, grandi insegnamenti, con la schiena dritti. Se mi fosse concesso dal nostro Padre Celeste, il dono meraviglioso della persuasione (Influencer), sarei al settimo cielo se nei panni di persuasore, i consensi mondiali verso l’amore universale, la fratellanza, la libertà, l’uguaglianza, la giustizia, potessero lambire le più alte vette del nostro universo, dal Pamir all’Everest. Se, come penso e stimo, trionferà il background insipido di questa società egoista, legata solo all’adorazione del dio denaro, del successo, dell’apparire, non ci sono alternative nel nostro futuro prossimo, ovvero, ci aspetta solo un nuovo diluvio universale per sparire e lasciare in pace questo nostro Pianeta Terra, che purtroppo è destinato alla sua miserevole fine, in questo nostro viaggio di solo andata.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO