• Prima pagina
  • Cultura
  • L'amicizia: un valore eterno in via d'estinzione che ha bisogno di essere coltivato e ripreso

L'amicizia: un valore eterno in via d'estinzione che ha bisogno di essere coltivato e ripreso

In questo tempo caratterizzato dal distanziamento imposto dalla pandemia, e dalle relazioni sospese, questo sentimento rischia di entrare in crisi

MONREALE,28 marzo – Il sentimento dell'amicizia è con ogni probabilità il legame più importante e più nobile che esiste tra gli individui. Molti poeti, scrittori, pensatori, filosofi e più in generale, uomini di cultura a vario titolo, ne hanno cantato il valore intrinseco e universale.

Le parole amico, amicizia sono oggi troppo usate e abusate, sentimenti spesso calpestati e svuotati del loro significato reale, sopraffatti da interessi e opportunismo. Fedeltà, stima reciproca, lealtà, simpatia e affetto sono le costanti che intercorrono tra individui, che hanno fatto di questi valori, il loro credo di vita.
Basta dare uno sguardo alla poesia epica d'ogni tempo, dove è ricorrente il motivo della coppia d'eroi, compagni inseparabili d'imprese, spesso rischiose, legati da un tenero affetto e da lealtà, per comprendere l'importanza che gli antichi attribuivano all'amicizia.  L'epos orientale aveva cantato l'eterna amicizia dell'eroe sumerico Gilgamesh verso il fedele amico Enkidu.

Nei versi omerici dell'Iliade, il tema dell'amicizia tocca il suo apice con la coppia Achille e Patroclo. Successivamente, Virgilio nella sua rielaborazione poetica del motivo aveva dato a Enea, un compagno in Acate, e narrato con sublimi versi l'amicizia tra Eurialo e Niso, assicurandone ai posteri il duraturo ricordo.
Nella Chanson de Roland, l'amicizia è uno dei valori, insieme alla lealtà e alla fedeltà, che intercorre tra i protagonisti; attorno a Roland, meglio noto con il nome di Orlando, a cui sono dedicati i versi, ruotano diversi personaggi, Oliviero il compagno di tante battaglie, sempre al suo fianco fino alla fine; cieco per le ferite riportate nello scontro di Roncisvalle, dopo essere stato colpito a tradimento da Grandonio spirerà tra le sue braccia, con il pensiero ai figli, ai quali il destino ha riservato la stessa sorte. Il fedele Terigi, lo scudiero che lo adagia per terra agonizzante, dopo che Orlando nel suonare il corno Olifante gli si spezzano le vene della tempia e prima di spirare, vedendo tutti i compagni caduti nell'immane strage di cristiani e pagani nell'imboscata pronuncia queste parole: "Va Terigi, scudiero mio. No, no, non scudiero, ma fratello; va da Carlo e porta questo messaggio: non più spade, non più sangue, non più guerra, va fraterno amico mio", epilogo che chiudeva il ciclo dell'opera dei pupi.

Amicizia e fedeltà, che si trasformano in fratellanza, assumendo valore eterno e universale. Parole che suonavano come macigni nell'atmosfera tragica dell'opera dei pupi; repertorio di valori, che le avventure cavalleresche trasmettevano al popolo che seguiva le rappresentazioni.

Ludovico Ariosto nell'Orlando Furioso dedica al tema momenti di straordinaria poesia; ispirandosi a Virgilio, esalta il rapporto di amicizia tra Cloridano e Medoro, che nel tentativo di recuperare la salma del loro amato re Dardinello rischiano vita; Medoro ferito gravemente da una schiera di soldati in perlustrazione sarà curato da Angelica, che grazie alle sue arti mediche apprese in Oriente lo salverà da morte sicura. Cloridano, accortosi dell'amico caduto sotto i colpi dei nemici si scaglia contro di loro e viene ucciso a sua volta. Angelica, innamoratasi del giovane moro dai capelli biondi, lo sposerà in fretta per fuggire nelle sue terre del Catai, e causa della pazzia di Orlando.  Cloridano sarà ricordato quale esempio di sacrificio e di lealtà verso il compagno e amico Medoro.
L'altro episodio dell'Orlando Furioso, dove il sentimento dell'amicizia assume toni esaltanti e commoventi allo stesso tempo è il triplice duello di Lampedusa.


La vicenda è nota, re Agramante sconfitto con la sua flotta approda con il fedele Sobrino nell'isola di Lampedusa, sulle sue rive s'era riparato durante una tempesta Gradasso, sempre in cerca di Orlando per l'ennesima sfida. Orlando lo ricordiamo, dopo aver recuperato il senno è in cerca dei pezzi dell'armatura, della sua spada "Durindana" la famosa Durlindana trovata da Gradasso, e del suo cavallo Brigliadoro in possesso di Agramante.
Orlando è impaziente di battersi con Gradasso e finalmente poter recuperare la sua famosa spada; Agramante non vuole lasciare Grdasso a sfidare il prode cristiano proponendo una sfida di tre contro tre, perchè intanto erano sopraggiunti nell'isola il cognato Oliviero e il fedele amico Brandimarte. Nello scontro vinto dai cristiani morirà Brandimarte colpito proprio dalla spada Durlindana, alla quale nessuna armatuta può resistere. Il destino avverso ha voluto che l'amico lasciasse la vita terrena colpito dalla spada di Orlando. Circostanza che non fa altro che aumentare il dolore per la perdita di un compagno, un amico fedele e leale. L'episodio rappresenta una delle pagine più struggenti del poema, nonchè un inno al valore dell'amicizia.
In questo rapporto intimo e leale accade spesso che il più valoroso sopravvive all'altro, e si dispera senza darsi pace, fino al compimento della vendetta più spietata, come nel caso dell'eroe Achille.
Questi riferimenti ci ricordano l'importanza del sentimento della vera amicizia, e come essa possa essere assunta a valore rigenerante per la nostra vita, e per la nostra società in un rinnovato modo di intendere le relazioni.


Nell'odierna società, dove competizione, interesse e opportunismo sono categorie ricorrenti e imperanti, parlare di amicizia sembra quasi anacronistico. Eppure siamo sempre alla ricerca di un amico con cui condividere le nostre esperienze, i nostri pensieri e anche i nostri dubbi. Sentiamo il bisogno di trovare qualcuno che possa comprendere il nostro modo di essere e le nostre ragioni.
Quando il rapporto si fa intimo ed empatico, l'amico diventa complice, quasi un confessore a cui confidare i pensieri e gli stati d'animo più reconditi, non nascondendogli nulla, e aprendosi con tutto se stesso.
Ci piace, a tal proposito la definizione che Papa Francesco ha dato dell'amicizia, "La vera amicizia consiste nel poter rivelare all'altro la verità del cuore".
La vera amicizia è reciproca, è donazione, impegno verso l'altro; il vero amico non si appella all'amicizia, non c'e motivo di ricordarlo e di ribadirlo, è un rapporto simbiotico e tacito, anzi, chi lo ripete spesso potrebbe non essere un vero amico. Con il battesimo i genitori affidano il proprio figlio alle persone care, e sovente a coppie di amici, riponendo in futuro loro la custodia e la guida cristiana del proprio nascituro.
Questo tempo di distanziamento e di rapporti sospesi, che stà mettendo a dura prova il sentimento dell'amicizia è forse la condizione migliore, per l'essere umano, di riflettere, riscoprire e rinsaldare amicizie e rapporti, che sono essenziali per una sana e costruttiva vita relazionale.