Non mi sono mai sentito un privilegiato per la semplice coincidenza di essere nato a Monreale, città inverosimilmente bella per la sua posizione geografica, il suo duomo, settima meraviglia del nostro pianeta Terra, il suo vastissimo territorio, la vecchia Conca d’Oro del tempo che fu ed il suo vulcano spento che spadroneggia sul Monte Caputo.
Non voglio rivangare il passato della mia Monreale, oggi chiaroscurale, perché attizzerei una polemica infinita con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana messa sul trono dall’Imperatore Costantino e dal suo famoso editto-ruffiano che gli consentì di gestire, senza fatica alcuna, il Potere Temporale e Spirituale.
Nascere a Monreale nel mio vissuto di letterato e scrittore è stato un grosso privilegio, un segno del mio destino! Questa mia città, malgrado le sue mille contraddizioni, reverbera e shekera di continuo, riflessi intensi di luce divina nel pozzo della mia anima e del mio soul letterario e poetico ed espande di continuo i miei orizzonti e la mia creatività; il mio corpo poverino vibra come un vibratore ad ultrasuoni e costringe la mia amigdala ad espandersi e ricercare spiegazioni e soluzioni.
Perdono la mia città per essersi fatta ammantare da certe logiche perverse che l’hanno imprigionata irrimediabilmente e l’hanno relegata al ruolo di città perdente. Monreale, non si può dimenticare, ha dato i natali al sommo poeta Antonio Veneziano, il più grande poeta della seconda metà del nostro mitico cinquecento siciliano. Avrei potuto scegliere di essere un giureconsulto, ma ho preferito essere un letterato, uno scrittore di favole, ottave, poesie e musica, coniugando Scienza, Letteratura e Musica. La nostra Monreale ospita, riverisce e prega quotidianamente il Crocifisso del Popolo mondiale, effige di Gesù di Nazareth crocifisso sul Golgota senza pietà.
Monreale iperattiva cacciò via i tedeschi con gli abbondanti escrementi delle mucche. Monreale non va ricostruita ex novo, va semplicemente amata da tutti noi cittadini, rispettando le leggi della Costituzione Italiana, pagando i tributi, abbracciandola fortissimamente, avendo cura dei minimi dettagli, del suo paesaggio, delle sue strade, del decoro cittadino. Non si può delegare tutto alla Politica ed al sindaco della nostra città. Tutti siamo chiamati al gioco delle responsabilità. Quando tutti noi monrealesi capiremo che essere nati a Monreale è un grande privilegio in questo Sud di quaquaraquà, ndragheta, camorra e mafia, si cambierà pagina nel nostro Paese Natale. I cittadini insoddisfatti, potranno sempre migrare in cerca di nuovi orizzonti geografici.
COPYRIGHT©BY SALVINO CAPUTO