La storia cosmicomica dell’asino sovranista Buridano e l’attualità

Carissimi lettori di Monreale News, non allarmatevi! Oggi vi racconto una storia esclusiva del 1300, quando Dante, Petrarca e Boccaccio erano i grandi protagonisti della lingua e della letteratura italiana.

La cosmicomica dell’asino Buridano è una sottile metafora, un apologo ed un racconto satirico. Achille Campanile s’inventò una piccante storiella in merito all’asinello Buridano affamato ed assetato tra due mucchi di fieno; vicino ai due mucchi di fieno ci stava un secchio d’acqua. L’asinello testone e risoluto, non decise mai il da farsi e fare una scelta risolutiva, restò fermo senza scegliere e morì di fame e di sete. Adesso vi si è schiarito l’orizzonte della decodifica di questa fantastica storiella, contemporanea ed attuale profilo della comunità politica e sociale mondiale. Tutto sommato, possiamo trarre un’amara conclusione: Quanti Buridano ed Asinelli testoni ci sono ancora in questo terzo millennio? Sulla salvaguardia e sopravvivenza del nostro Pianeta, si deve apprendere dalla tredicenne Greta la nuova dottrina del “Survival International” per la difesa dell’Amazzonia e del Kalahari? I russi, i ricchissimi cinesi e gli egoisti americani, dove andranno domani?

A mio umile parere, si comporteranno come l’asino di Buridano, ovvero ci lasceranno morire come vermi. Secondo Campanile, Buridano era il magnifico Rettore della Sorbona, molto chiacchierato tra gli studenti parigini che lo riempivano di sfottò e di strali velenosi, chiamandolo paradossalmente “Quell’Asino folle di Buridano”.
Povero Rettore, reagì in maniera violenta con i suoi studenti che in coro replicarono al Rettore: “Non volevamo offenderla né insultarla, abbiamo solo ribadito ed illustrato la teoria della magnificenza vostra sulla volontà e l’intelletto”.
Nelle mie vesti di letterato e scrittore, preferisco non esprimere alcun parere in merito; non ho mai giudicato un caso di suicidio, i disturbi del comportamento, gli stolti, i pazzi ecc. Voltaire scrisse una poesia fortemente lirica sull’asino indeciso e concluse scrivendo che l’asino morì di fame per timore di operare una scelta. Ciascuno di noi, uomini e donne, abbiamo il sacrosanto dovere d’interrogare la nostra coscienza e di autodeterminarci verso scelte lapalissiane nella nostra vita ed obbedire alla nostra concezione di morale e civiltà, senza giudicare mai gli altri. Non potrei non sbottare, in conclusione, contro i Sovranisti e la loro idea di società, politica e futuro dell’umanità. Mi auguro di cuore che nel tempo che verrà, se ci sarà tempo ancora, trionfi in assoluto il messaggio rivoluzionario di Gesù Cristo.
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