Era un luogo comune del fascismo: vantare il primato delle Porte Aperte nelle abitazioni civili e nelle comunità civiche della nostra patria. Mi chiedo in misura sarcastica e fuori da tutte le righe se, come afferma il mitico Totò Matranga, l’appetito si stendeva sui balconi di casa e si cercava di cacciare via il fumo con la stanga, che cacchio significava la parola d’ordine del regime fascista.
In ogni caso, sorvoliamo sul logo fascista e rendiamo omaggio nel 2019 ad un romanzo superlativo del mio maestro Leonardo Sciascia. Nel 1987, due anni prima della sua scomparsa, Leonardo Sciascia pubblicò con Adelphi “Porte Aperte” un romanzo rivoluzionario, un sottogenere giallo amato dai grandi registi italiani. Nel 1989 Gianni Amelio realizzò il film “Porte Aperte” tratto ed ispirato al 100% al romanzo di Sciascia, con un attore protagonista superlativo, Gian Maria Volonte’. La trama del film di Amelio rispecchia fedelmente il romanzo di Sciascia: A Palermo, nel 1937, in pieno regime fascista, un uomo uccide tre persone: La moglie, l’uomo che aveva preso il posto dell’assassino nel fatidico ufficio da cui era stato licenziato e l’uomo che si era insediato al vertice di quell’ufficio e ne aveva deciso il licenziamento. L’intrigo del giallo di Sciascia è un groviglio complesso che lascia i lettori e i fruitori del film a bocca aperta. Invito tutti i miei lettori ed amici a scaricare il film e goderlo con sarcasmo ed ironia.
Mi preme ricordare che il mio maestro Leonardo, nella scrittura del suo romanzo, s’ispira ad una storia vera accaduta nella Palermo degli anni 30, ovvero la storia del giudice Salvatore Petrone, suo concittadino di Racalmuto. Se penso che negli anni 30 esisteva la pena di morte, mi preoccupo seriamente per la storia politica che verrà in questo pianeta terra, dominato dal pensiero Sovranista di tanti capi di stato. Penso e sono profondamente convinto che nessuno può uccidere Caino. La nostra razza umana deve progredire verso il perdono! Sarà solo l’amore universale ed il perdono, a salvare il nostro pianeta dall’odio, spesso legittimo, e proiettarlo sulle nuove dimensioni del futuro che verrà, se ci sarà ancora un futuro prossimo. Non sono un moralista né tanto meno un maestro di vita, esprimo con sincerità il mio piccolo punto di vista nell’infinita variazione totale dell’Etica, della Giustizia e della Solidarietà Mondiale tra donne e uomini di questo nostro pazzo mondo. Se qualche invasato vorrà consegnare alla nostra civiltà, le macerie dell’odio e della follia omicida, è pregato di migrare nel pianeta H33 della costellazione di Marte.
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