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Diecimila articoli contraffatti, maxi sequestro della Guardia di Finanza

| Enzo Ganci | Succede a Palermo

Il magazzino si trovava nel rione di Ballarò

PALERMO, 11 marzo - La Guardia di Finanza di Palermo ha scoperto un ingente deposito di prodotti falsi, utilizzato anche come laboratorio per il confezionamento di scarpe, borse e accessori di abbigliamento. L'operazione , che si inquadra nell'ambito del proseguimento delle indagini finalizzate a risalire ai canali di approvvigionamento dei venditori abusivi di merce contraffatta che stazionano in diverse aree della città, è scattata nei giorni scorsi quanto una pattuglia di finanzieri del Gruppo Tutela Mercato Beni e Servizi del Nucleo di polizia tributaria del capoluogo siciliano ha intercettato un'autovettura guidata da un senegalese.

A bordo dell'auto sono state rinvenute circa 5.000 etichette recanti il logo contraffatto di noti marchi quali Adidas, Nike e Harmont & Blaine, evidentemente pronte per essere apposte su altrettanti prodotti da piazzare sul mercato clandestino. I successivi approfondimenti hanno permesso ai finanzieri di risalire ad un appartamento frequentato dal soggetto fermato, sito nel popolare quartiere di Ballarò.

Entrate nel locale per eseguire una perquisizione, le Fiamme Gialle si sono trovate di fronte ad un vero e proprio magazzino di circa 100 metri quadrati, composto da 3 locali, privo di autorizzazioni per l'utilizzo commerciale, adibito a vero e proprio "bazar del falso", dove erano stipate migliaia di borse dalle molteplici fogge, scarpe, cinture e portafogli di note marche quali Gucci, Prada, Hogan, Chanel e Louis Vuitton, orologi con marchi Rolex e Luminor Panerai, nonché occhiali Oakley, Burberry, Chanel e D&G, e capi di abbigliamento tra cui polo riproducenti il marchio contraffatto della Lacoste, Burberry e Moncler, costumi da bagno North Sails.

Il tutto già perfettamente assemblato nelle relative confezioni e pronto per essere immesso sul mercato nero palermitano, per un valore al dettaglio di 100.000 euro. Ma nel locale la merce rinvenuta non veniva soltanto stoccata, ma anche lavorata e rifinita.
La perquisizione ha infatti portato al rinvenimento di rotoli di filo e di una macchina per cucire, perfettamente funzionante, utilizzata per applicare le etichette e rifinire i capi originariamente anonimi.

· Enzo Ganci · Editoriali

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