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Palermo, alla Kalsa nasce ''Oratorio vivo''

| Giuseppe Cangemi | Succede a Palermo

È un centro di ascolto per i giovani sulle orme dei Santi Filippo Neri e Giovanni Bosco

PALERMO, 10 febbraio – Nello storico quartiere palermitano della Kalsa nasce “Oratorio vivo”, un centro di ascolto per i giovani sulle orme dei Santi Filippo Neri e Giovanni Bosco.

L’inaugurazione sarà giovedì 15 febbraio. In questa occasione, alle ore 17,30, l’arcivescovo Corrado Lorefice celebrerà la messa al santuario di Santa Teresa alla Kalsa. Al termine, alle ore 19, sarà inaugurata la mostra fotografica dei “Ragazzi della Kalsa”, con diverse foto che testimoniano come il giudice Giovanni Falcone, insieme ad altri giovani coinvolti nel cammino formativo e ludico, negli anni ’50, frequentava l'oratorio del suo quartiere d’origine.

Verrà quindi aperto l’“Oratorio vivo” che sarà innanzitutto un centro di ascolto per i giovani della Kalsa. L’oratorio sarà animato da diversi ragazzi impegnati attivamente nel quartiere. Tra i presenti Maria Falcone, sorella del magistrato, don Domenico Luvarà, direttore dei Salesiani di Santa Chiara e don Domenico Saraniti, direttore del Don Bosco Ranchibile.

Don Giuseppe Di Giovanni, parroco di Santa Maria della Pietà e rettore del santuario di Santa Teresa è il promotore dell’oratorio che nasce sotto l’ispirazione della storica esperienza dei Santi Filippo Neri e Giovanni Bosco, che hanno dedicato la loro vita alla crescita spirituale dei giovani: “È un sogno che diventa realtà”, afferma don Giuseppe. “Alla Kalsa nasce un nuovo oratorio che sarà uno spazio giovani e spero che diventi un luogo di aggregazione per la formazione integrale della persona. Sarà un vero e proprio centro culturale per la crescita umana e spirituale delle nuove generazioni, con la pedagogia della grazia dei santi educatori Filippo Neri e Giovanni Bosco.

Vogliamo riproporre questo modello pastorale oratoriano ai giovani di oggi talvolta ‘usati’ e ‘abusati’ dalla mentalità edonistica dell'effimero e da una forma di dipendenza da stupefacenti vari, che producono la cultura della morte. Il nostro ‘Oratorio vivo’ avrà come missione quella di ascoltare e accogliere i giovani con la gioia del Vangelo e aiutarli a uscire dal tunnel del nichilismo, della noia esistenziale e ridare speranza alla loro vita spesso e volentieri appesantita e disturbata dai trafficanti di violenza e dall’illegalità. Un oratorio vivo, libero e liberate dove tutti possono trovare una porta aperta. È urgente fare qualcosa per il futuro della nostra città e i giovani sono una grande risorsa per cui investire tempo e talenti”.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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