I reati contestati sono quelli di associazione mafiosa, estorsioni e rapine aggravate dal metodo mafioso, nonché traffico di sostanze stupefacenti
PALERMO, 6 luglio – La Direzione Distrettuale Antimafia ha emesso un fermo, eseguito questa mattina a Palermo dai Carabinieri del Comando provinciale, a carico di 18 persone ritenute appartenenti al clan mafioso di Porta Nuova.
L'omicidio di Giuseppe Incontrera, avvenuto nel quartiere Zisa il 30 giugno scorso, sarebbe stato il preludio di una faida tra clan, presumibilmente stroncata sul nascere dai provvedimenti messi in atto oggi: i soggetti coinvolti sono ora accusati di associazione mafiosa, traffico di droga, rapine ed estorsioni aggravate dal metodo mafioso. Incontrera, ucciso a colpi d'arma da fuoco dal pregiudicato Salvatore Fernandez, costituitosi successivamente presso la stazione dei carabinieri Falde del quartiere Acquasanta, sarebbe stato individuato come reggente della famiglia mafiosa di Porta Nuova e il suo assassinio sarebbe dunque stato ordinato da altri esponenti del sodalizio.
Tra gli arrestati nel corso dell'operazione "Vento" ci sono anche Salvatore Incontrera e Giuseppe Di Giovanni, rispettivamente figlio e consuocero di Giuseppe Incontrera. Le misure cautelari hanno costituito un duro colpo per la consorteria del mandamento palermitano, dedito all'approvigionamento, alla lavorazione e conseguentemente al commercio di sostanze stupefacenti tra cui hashish, marijuana, eroina, cocaina e crack. Teatro delle attività di spaccio i quartieri Ballarò, Capo, Vucciria e alcune vie della Zisa: finiti in manette anche i gestori delle piazze, anch'essi considerati membri di Cosa Nostra.