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Sic est et sic manet (Così è e così rimane)

| Elisa Cannella * | Succede a Palermo

Nulla è cambiato da quando nel 2018 portammo all’attenzione lo stato del rifugio antiaereo della biblioteca Centrale

PALERMO, 15 marzo 2022 – Forse qualcuno ricorderà la notizia risalente all’ottobre 2018, quando si parlò dell’imminente recupero e restauro del rifugio antiaereo situato sotto il cortile della biblioteca Centrale di via Vittorio Emanuele.

Alcuni dipendenti della Biblioteca avevano posto all’attenzione del responsabile regionale del sindacato Cobas/Codir per le politiche dei Beni Culturali, lo stato di abbandono e degrado in cui versava il rifugio. Questi, a sua volta, aveva sensibilizzato il Dirigente Generale di allora, Sergio Alessandro, che, insieme al compianto assessore, Sebastiano Tusa, aveva effettuato un sopralluogo e verificato lo stato dei luoghi.
Dopo di ciò, era stato comunicato agli organi di stampa che l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità siciliana aveva avviato le procedure per il recupero e restauro del rifugio antiaereo utilizzato dagli studenti del Liceo Vittorio Emanuele II durante la seconda guerra mondiale.

Era stato affidato all’architetto Stefano Biondo, direttore del Centro Regionale per il Restauro, l’incarico di redigere una perizia ed un progetto per il completo recupero del rifugio antiaereo, affinché in tempi brevi potesse essere fruibile ai visitatori.
Ebbene, a distanza di quasi quattro anni, come spesso accade, agli annunci non sono seguiti i fatti.
Nessuna somma è stata stanziata. Nessuna somma è stata spesa. Nessun progetto è stato realizzato. L’assessore Tusa aveva comunicato di voler … “aprire al pubblico questa interessante struttura di grande valore storico architettonico e di grande interesse culturale per la memoria della città..”

Nel 2019, nonostante le condizioni non ottimali, il rifugio antiaereo fu inserito nel programma di visite del FAI. In quell’occasione registrò un notevolissimo afflusso di visitatori risultando il sito culturale più visto.
La tragica morte di Sebastiano Tusa, avvenuta il 10 marzio 2019, avrebbe dovuto rappresentare uno sprone maggiore alla realizzazione di quel progetto di recupero.
Purtroppo non è avvenuto e le condizioni di degrado si aggravano sempre più a causa delle infiltrazioni d’acqua piovana. L’amministrazione regionale ha perso, ancora una volta, un’occasione.

  * RSA del Cobas/Codir

 

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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