Nidil Cgil: "Bisogna dire basta a un sistema basato sul profitto che dà sempre ragione al cliente"
PALERMO, 28 dicembre – Violenza e diritti di una categoria di lavoratori sempre meno rispettata dalla società: sono queste le tematiche riguardanti un'aggressione ai danni di un rider, avvenuta ieri sera a Palermo, il cui movente ha dell'incredibile.
Gli aggressori, residenti nel quartiere "Cep", non avrebbero voluto pagare il conto di quanto ordinato a domicilio e si sarebbero scagliati contro il lavoratore in servizio, colpendolo in testa per mezzo di una bottiglia di vetro. Non si tratta del primo episodio di questo genere, e anche Nidil Cgil ha levato la voce in merito a quanto accaduto: a rendere delle dichiarazioni sono stati il segretario generale Andrea Gattuso e Fabio Pace, altro esponente della confederazione. Impossibile non sottolineare le già precarie condizioni lavorative in cui versano i rider, che inoltre si ritrovano sempre più frequentemente a essere vittime di tali atti.
"La congiunzione tra il paradigma del precariato e l’immagine di lavoratori e lavoratrici come i rider, considerati soggetti fragili e quindi da soverchiare, è la manifestazione lampante che la dignità del lavoro coinvolge ogni aspetto del vivere sociale nella nostra società. L’idea che certi soggetti inqualificabili si sentano liberi di agire così impunemente dietro la convinzione che ‘quel lavoratore è un debole’, assunta proprio a causa dell’immagine precaria che quel lavoratore riflette, non è più ammissibile" è quanto affermato da Gattuso.
"Serve prevenzione, a partire dal ripensamento di un sistema che non può essere basato solo sul profitto e sul cliché che il cliente ha sempre ragione. Le piattaforme si devono fare carico di assistere i lavoratori anche dal punto di vista legale e delle tutele, perché i rider sono esseri umani e non numeri di un algoritmo" ha concluso il segretario generale di Nidil Cgil.