Sistema fognario di Palermo, Orlando contro la Regione: “58 milioni di euro che da due anni non possiamo utilizzare”

Il sindaco: “Colpa della mancata emissione dei decreti di finanziamento da parte della Regione Siciliana”

PALERMO, 3 aprile - 58 milioni di euro di opere pubbliche necessarie al superamento della procedura di infrazione comunitaria sul sistema fognario della città di Palermo attendono, in alcuni casi da oltre 500 giorni, di poter essere posti in appalto per la mancata emissione dei decreti di finanziamento da parte della Regione Siciliana.

È questa la denuncia fatta ieri in conferenza stampa dal sindaco Leoluca Orlando e dall'assessore alle infrastrutture Emilio Arcuri.
Si tratta, hanno spiegato i due, di interventi strategici per il sistema di smaltimento delle acque reflue, dall'ampliamento del depuratore cittadino (27 milioni di euro) alla eliminazione degli scarichi liberi nei canali del maltempo (20 milioni euro), alla eliminazione di scarichi fognari nel golfo di Sferracavallo (5 milioni di euro).
Orlando e Arcuri hanno ricordato che dal 1999 al 2013 i Comuni non hanno più avuto competenza sul sistema idrico integrato e quindi anche su reti fognarie e depurazione.

Solo dopo 14 anni di governo della materia da parte della Regione Siciliana attraverso gli ATO idrici e le relative società attuatrici (per Palermo la fallita APS), nel febbraio del 2013 le competenze sono state ri-affidate ai Comuni.
"In poco più di due anni - ha detto Arcuri -il Comune di Palermo ha portato a compimento, con le relative approvazioni, 9 progetti ed ha in corso l'approvazione di altri 3.

Dall'ottobre del 2014 il Comune ha iniziato a richiedere alla Regione, segnatamente all'assessorato retto dalla Contraffatto, i decreti di finanziamento non ottenendone alcuno fino ad oggi."
La nomina a Commissario della dottoressa Contrafatto è giunta a fine novembre ed è operativa solo da metà marzo dopo l'autorizzazione del CSM, "che - dichiara il Sindaco - ancora una volta ha rilasciato un Nulla Osta ad un magistrato che ricopre incarichi politici".

"Il ricorso alla figura del Commissario - ha detto Orlando - è una vecchia prassi di potere di un sistema affaristico mafioso, che sempre in Sicilia, dall'acqua ai rifiuti, ha caratterizzato l'amministrazione della Regione, con l'ulteriore aggravante che mai un Commissario ha risolto i problemi, se non addirittura li ha aggravati."
"In ogni caso - ha proseguito Orlando - a noi chi faccia il commissario non interessa, ma è singolare che venga nominato il soggetto che ha la responsabilità politica del Dipartimento Regionale che ha ritardato l'esecuzione delle opere".
"Questo paradosso - continua Orlando - esplode in tutta la sua evidenza con la difesa d'ufficio che la stessa Assessore Commissario Contrafatto ha distribuito alla stampa in queste ore.

Dal testo si evince chiaramente che l'Assessore Commissario o ignora la normativa o mente sapendo di mentire: i decreti cui fa riferimento nelle sue dichiarazioni, peraltro più volte censurati dalla Corte dei Conti, sono infatti semplici decreti di "prenotazione" e non di "impegno" delle somme, dunque inutilizzabili ai fini dell'appalto delle opere".
Da Orlando e Arcuri viene quindi un sarcastico invito a "ripassare la normativa sull'armonizzazione contabile ed i sui principi."
Le deliberazioni della Giunta Municipale di approvazione dei progetti sono stati trasmessi agli Uffici dell'Assessorato complete di tutti gli allegati come peraltro figurano sul sito del Comune di Palermo.
Per il cofinanziamento delle opere, il Comune di Palermo ha assunto direttamente impegni di spesa anche attraverso mutui per oltre 3 milioni di euro.

Orlando e Arcuri hanno infine affermato che "sui ritardi nella spesa dei fondi statali assegnati alla Regione Sicilia con la delibera CIPE 60/2012 e del cofinanziamento Comunale, che sono derivati dal negligente comportamento della Regione Siciliana nonché sull'eventuale danno erariale maturato, abbiamo dato mandato agli uffici di rimettere apposita segnalazione alla Procura della Corte dei Conti."