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Anche l'Anps di Monreale alla commemorazione della "strage di Ciaculli"

| Enzo Ganci | Succede a Palermo

Apuntamento martedì alle 9 presso il cippo che ricorda la strage

PALERMO, 26 giugno - Martedì 30 giugno, nella ricorrenza del 52° anniversario dell'attentato di mafia di Ciaculli, l’Associazione Nazionale Polizia di Stato, sezione provinciale di Monreale, renderà gli onori ai Caduti con una cerimonia che avra' luogo alle ore 9, presso il cippo commemorativo eretto nel luogo della Strage ,sulla S.P.37.

La strage di Ciaculli del 30 giugno 1963 sconvolse l'opinione pubblica Siciliana e Nazionale. A Palermo, dilaniati da una giulietta al tritolo, a pochi passi dell'abitazione del boss mafioso Salvatore Greco, avevano perso la vita Silvio Corrao, maresciallo della Polizia di Stato, Mauro Malausa, tenente dei Carabinieri, Calogero Vaccaro, maresciallo dei carabinieri, Marino Fardella, carabiniere, Eugenio Altomare, carabiniere, Pasquale Nuccio, maresciallo artificiere dell’Esercito Italiano e Giorgio Ciacci, soldato Artificiere dell'Esercito.

La macchina era stata imbottita di tritolo con la tecnica nuova della doppia carica: una effettiva e l'altra apparente. A meta' mattinata, arrivo' una telefonata alla Questura di Palermo, durante la quale l'interlocutore diceva che c'era un'automobile abbondonata in aperta camgna a Ciaculli.
La Polizia di Stato e carabinieri si precipitarono subito sul luogo in questione, dove trovarono un 'Alfa Romeo Giulietta, con gli sportelli aperti e una ruota a terra .Due ore dopo arrivarono gli artificieri che controllarono la macchina e disinnescarono la prima carica, ma quando il Maresciallo Pasquale Nuccio apri' la portiera del bagagliaio, alla quale era collegata la seconda carica, quella nascosta sotto il sedile del posto di guida l'esplosione dilanio' tutti e sette i militari. Una tecnica feroce micidiale, che provoco' orrore tra la gente comune e costrinse lo Stato ad agire con immediatezza.

La mafia si presentava inequivocabilmente con le mani grondanti di sangue innocente di uomini delle Forze dell'Ordine.
Queste iniziative servono per far ricordare alle giovani generazioni le atrocita' dell'uomo e quale monito per le generazioni future. Nonostante siano passati 52 anni, c'e' fortunatamente ancora chi ricorda.
Sono le Istituzioni, le scuole e le associazioni combattentistiche D'Arma, che hanno continuato a mantenere vivi i nomi di quei Servitori dello Stato che persero la vita nell'adempimento del proprio dovere e per la sicurezza dei cittadini.

· Enzo Ganci · Editoriali

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