Operazione "Glauco II", smantellata una gang dedita al traffico di clandestini

Quattordici persone catturate, già responsabili di precedenti "stragi del mare"

PALERMO, 20 aprile - Nelle province di Palermo, Agrigento, Catania, Milano, e Roma, investigatori della Polizia di Stato hanno eseguito diversi decreti di fermo di indiziato di delitto, emessi dalla Procura della Repubblica, Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, nei confronti di soggetti, ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere, nonché di favoreggiamento dell’immigrazione e della permanenza clandestina, aggravati dal carattere transnazionale del sodalizio malavitoso.

Le indagini hanno consentito di ricostruire, anche attraverso l’esperimento di mirate attività tecniche, la struttura organizzativa e le dinamiche criminali di un pericoloso sodalizio malavitoso transnazionale, composto da eritrei, etiopi, ivoriani, guineani e ghanesi, che ha favorito, traendone ingenti profitti economici, l’immigrazione illegale di diverse centinaia di connazionali.
Tra i soggetti coinvolti nell’inchiesta figurano Ermias Ghermay, cittadino etiope, e Medhane Yehdego Redae, cittadino eritreo, ritenuti, da tempo, tra i più importanti trafficanti di migranti che operano sulla cosiddetta “rotta libica”.

Ermias Ghermay, che agisce nelle zone di Tripoli e Zuwarah, è latitante dal luglio del 2014, in quanto destinatario di un provvedimento restrittivo, esteso anche in campo internazionale, emesso nell’ambito delle indagini condotte dalla Polizia di Stato dopo il tragico naufragio avvenuto, il 3 ottobre 2013, nei pressi di Lampedusa, e nel quale persero la vita almeno 366 migranti, evento del quale il trafficante in questione è considerato organizzatore e responsabile.
I due trafficanti si occupano della partenza dei clandestini dagli stati africani e sono garante della “rotta terrestre”, dei viaggi cioè che dai singoli stati africani di appartenenza, attraverso vari passaggi, porteranno i migranti in territorio libico, pronti ad imbarcarsi per l’Italia.

E’ stato, approssimativamente, calcolato che costoro, in occasione di ogni partenza di migranti, guadagnino, mediamente, la somma di ottantamila dollari.
La caratura dei due personaggi, in tema di organizzazione di viaggi clandestini, è resa anche dalle tante accortezze adottate per sfuggire ad eventuali controlli e catture, come quella di spegnere il cellulare, subito dopo la partenza di imbarcazioni dalla Libia, per evitare di essere intercettati.
Le investigazioni hanno consentito, altresì, di individuare una “cellula” della medesima associazione criminale, complementare a quella operante sul territorio africano, composta da cittadini eritrei operanti in Italia, in particolare nelle province di Palermo, Agrigento, Catania e Milano, che favorisce la permanenza illegale di migranti clandestini sul territorio nazionale e ne agevola il successivo espatrio, sempre illegalmente, verso altri paesi dell’Unione Europea, in particolare Norvegia, Germania, e Svezia.

All’interno di quest’ultimo contesto, una figura di rilievo è sicuramente quella del cittadino eritreo Asghedom Ghermay, che svolge un ruolo “omologo”, sulle coste siciliane, a quello assunto da Ermias e Medhane Yehdego in territorio libico.
Asghedom ha il compito di contattare i migranti sbarcati in Sicilia ed organizzare il loro trasferimento fuori dai confini italiani, in direzione di altri paesi europei, naturalmente ottenendone laute somme di denaro (mediamente tra i 500,00 ed i 1000,00 euro per condurli in Germania e tra i 1000,00 ed i 1500,00 euro per raggiungere i paesi ancor più a nord).

Il costo del viaggio varia notevolmente, alla luce di diversi fattori, quali, ad esempio, la meta finale, il numero di soste, l’eventuale vitto e alloggio o, in alcuni casi, anche l’acquisto di vestiti e/o telefoni cellulari, il mezzo di trasporto utilizzato, e, infine, in relazione alla scelta del migrante di essere semplicemente accompagnato oltre il confine o esattamente sino alla destinazione finale.
Condicio sine qua non per garantire l’effettiva partenza è il pagmento anticipato dell’intera somma, in nessun caso dilazionabile. Nel lasso di tempo necessario all’organizzazione del viaggio, i migranti vengono tenuti stipati in abitazioni nella disponibilità dello stesso Asghedom, anche in ragione di più di 100 persone in pochi metri quadri.

Le indagini della Polizia di Stato hanno accertato anche numerosi contatti “intercontinentali”, avvenuti tra i sodali, presenti sulle opposte rive del mediterraneo, tramite programmi che usano protocolli VOIP, come Skype, Whatsapp o Viber; ciò al fine di rendere rendere più difficile la captazione delle comunicazioni o conversazioni.
Attraverso una di queste intercettazioni, via web, la Polizia di Stato ha appreso che i trafficanti, uomini senza scrupoli, non esitano a raddoppiare il numero dei passeggeri da far salire sui barconi della morte rispetto alla effettiva loro capienza, pur di incrementare i lucrosi introiti (per esempio in un caso, è stata allestita una spedizione attraverso un barcone, capiente di 500 posti ed occupato invece da 1000 migranti), rendendo sempre più rischiose le traversate.
Nel corso delle indagini sono emerse, inoltre, transazioni di denaro, prevalentemente movimentato tramite canali illegali, per centinaia di migliaia di euro.
Il circuito illegale privilegiato per i trasferimenti di denaro è quello, cosiddetto “hawala”.

Esso è strutturato in modo semplice, fondandosi essenzialmente su un rapporto fiduciario al trasferimento di denaro e, naturalmente, consente di evitare la tracciabilità di circuiti bancari e finanziari leciti.
I cittadini stranieri, spesso clandestini, hanno infatti necessità di inviare parte del denaro alla famiglia nel paese d’origine, senza ricorrere ai normali circuiti bancari che impongono procedure di identificazione.
La forza dell’organizzazione indagata è, inoltre, testimoniata da alcune intercettazioni dalle quali emerge come il citato Medhane Yehdego sia in grado di fare scarcerare, a fronte di un compenso corruttivo versato a non meglio precisati personaggi libici, i migranti trattenuti in quel paese ed in attesa di imbarcarsi per l’Europa.
Questo l’elenco delle persone catturate:

GHERMAY Asghedom, detto “Amice”, nato in Eritrea il 5.1.1975;
MELLES Matywos, nato a Asmara (Eritrea) il 14.11.1967;
YARIED Andemeskel, alias “Wedi Keshi”, nato in Eritrea il 12.02.1989;
GOITOM Netsereab, nato in Eritrea l’01.01.1979;
EYASU Afomia, nata in Eritrea l’1.1.1981;
IBRAHIM OMER Munire, detto “Munir”, nato in Eritrea, il 24.05.1995;
GEBITITOYS Yonas, nato in Eritrea l’1.1.1988;
BERIH Tsegay, nato in Eritea l’1.7.1986;
TRAORE’ Arouna Said, detto “Rasta”, nato in Costa d’Avorio il 5.02.1990;
ELIAS Mohammed, nato in Ghana il 10.10.1968;
DIALLO Ibrahima, nato in Guinea, il 17.6.1985;
ABRHA Yirga, nato in Eritrea, l’11.10.1991;
AMARE Efrem, nato in Eritrea il 03.05.1993;
HABTE MADEGE Micheal, detto “Miky”, nato in Eritrea il 10.05.1981;