Sicurezza sul lavoro: 16 aziende controllate dai carabinieri

23 lavoratori erano privi di qualsiasi tutela assicurativa

PALERMO, 22 ottobre – I carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro e del Comando Provinciale di Palermo, nel corso delle prime due decadi di ottobre, hanno sottoposto a controllo 16 aziende riscontrando in 10 di queste la presenza di 23 lavoratori privi di alcuna tutela assicurativa e previdenziale su 61 controllati.

L'azione è stata condotta nell'ambito di servizi finalizzati al contrasto del fenomeno del lavoro nero prevalentemente presso diversificati esercizi commerciali e due società edili, d'intesa con il dirigente della Direzione Territoriale del Lavoro di Palermo, ingegnere Michele Augugliaro. Sono scattate pertanto le sospensioni amministrative delle attività poiché occupavano lavoratori "in nero" oltre la soglia del 20% negli esercizi commerciali e nel cantiere edile. I datori di lavoro hanno subito regolarizzate le posizioni delle maestranze, ottenendo quindi la revoca dei provvedimenti impeditivi all'esercizio delle attività previo il pagamento di 1950 ciascuna.

Sono due le denunce penali in stato di libertà dei titolari di ditte edili ai quali sono state contestate l'omessa nomina del coordinatore per la sicurezza, l'omessa nomina del medico competente, il non avere formato e informato i lavoratori sui rischi del cantiere, l'omessa consegna dei dispositivi individuali di protezione degli operai, il non avere utilizzato scale a norma con i previsti ancoraggi, non avere predisposto l'idoneo accesso al cantiere, il non avere predisposto idonee protezioni verso il vuoto, il distacco illecito di un lavoratore presso altra ditta, oltre all'impiego di lavoratori in nero.

Queste attività permettevano di : comminare ammende per 73.941 euro, contestare sanzioni amministrative per 175.450 euro, recuperare contributi INPS per oltre 20.000 euro.
Contestualmente alla lotta al lavoro nero e alla sua emersione i Carabinieri di Palermo hanno puntato l'attenzione anche sull'uso non autorizzato di impianti di videosorveglianza. In sei casi diversi, in città e provincia, è stato accertato l'uso non autorizzato di impianti di videosorveglianza che "possono essere installati soltanto previo accordo con le rappresentanze sindacali, ovvero, in difetto di accordo, su autorizzazione della Direzione Territoriale del Lavoro".

L'uso di questi impianti è uno strumento dei datori di lavoro per tenere alla larga i malintenzionati, ma talvolta anche un indebito espediente per controllare i propri dipendenti: questo collide con quanto stabilito appunto dallo Statuto dei Lavoratori e da quanto previsto dal Garante per la privacy che ne limita il campo di applicabilità. I responsabili sono stati deferiti alla Procura della Repubblica.