In stato di gravidanza, la donna subiva soprusi, percosse, lesioni e minacce
TERMINI IMERESE, 4 settembre - Il ventinovenne, Ignazio Ferrante, pluripregiudicato dello Zen 2, è stato arrestato dalla Polizia di Stato con l'accusa di maltrattamenti continuati in danno di una ventunenne, sottoposta a continue vessazioni fisiche e psicologiche, malgrado si trovasse in stato di gravidanza e in uno stato psicofisico che richiedeva un particolare trattamento terapeutico.
Il provvedimento è stato eseguito in esecuzione di un'ordinanza di misura cautelare domiciliare, emessa dal Gip Sabina Raimondo, presso il Tribunale di Termini Imerese, su richiesta del sostituto procuratore Bruno Brucoli. Nei riguardi del ventinovenne è stata disposta l'applicazione del braccialetto elettronico.
La vicenda che ha portato all'arresto di Ferrante trae origine da una segnalazione giunta al commissariato P.S. di Cefalù circa l'allontanamento (apparentemente) volontario di una ragazza, in stato di gravidanza da cinque settimane, in compagnia di un ragazzo di circa trent'anni. Già in passato la ragazza si era allontanata in compagnia del medesimo ragazzo ma aveva fatto sempre rientro nell'abitazione dei propri familiari.
Quest'ultimo allontanamento, tuttavia, aveva prodotto nei genitori della ragazza forti preoccupazioni legate in particolare alle sue attuali condizioni psicofisiche e ad una situazione di vera e propria sudditanza psicologica che la ragazza avrebbe avuto nei riguardi di Ferrante, favorita peraltro da una rilevante fragilità emotiva.
Dopo qualche giorno di convivenza all'interno di un'abitazione fatiscente di un comune della provincia, la ragazza che inoltre, nel tempo aveva subito soprusi, percosse, lesioni e minacce, è riuscita in modo "avventuroso" a fuggire ed a fare rientro presso la casa dei genitori, in compagnia dei quali si è presentata in commissariato ed ha deciso di raccontare al Dirigente Manfredi Borsellino angherie, vessazioni ed umiliazioni, soprattutto morali, che avrebbe subito ad opera del pruripregiudicato.
In particolare l'uomo l'avrebbe minacciata a più riprese dicendole che "avrebbe sterminato la sua famiglia" se qualcuno le avesse impedito di andare con lui, privandola di un telefono le avrebbe vietato di comunicare con i genitori, e non le avrebbe consentito di mettere il naso fuori da quella casa se non per acquistare qualcosa da mangiare, insultandola e minacciandola di sfregiarla perché lei era "robba sua" "di sua proprietà" e con il viso sfregiato nessuno l'avrebbe più considerata se non lui. In una circostanza le avrebbe dato anche una testata per avere solo rivolto un saluto ad un vicino di casa.
Lo stato di ansia e di paura crescente della ragazza, generato dalla frequentazione di Ferrante veniva intanto confermato dalle relazioni dei medici che l'hanno avuta in cura e da un paio di persone del cui aiuto lei si era avvalsa nella sua precipitosa fuga che l'avrebbe riportata tra le braccia dei suoi genitori.
A rendere a questo punto inevitabile ed improcrastinabile il ricorso ad una misura coercitiva a carico dell'uomo è stato il timore che potesse attentare all'incolumità della ragazza e dei suoi più stretti congiunti, una volta giunto a conoscenza dell'intenzione di questa di interrompere la gravidanza, rispetto alla quale inoltre l'uomo rivendicava la paternità.
Fino alla scorsa domenica l'uomo si era intrattenuto sotto l'abitazione di quella che riteneva oramai una "cosa sua" di cui poteva disporre a piacimento ma non pensava che nei paraggi vi fosse una volante del commissariato ad osservare il tutto. Il pericolo di atti improvvisi e imprevedibili di violenza da parte di Ferrante in danno della ragazza aveva infatti indotto il dirigente del commissariato, d'intesa con il P:M., di monitorare continuamente la situazione, effettuando una vigilanza garbata e discreta nei pressi dell'abitazione della potenziale vittima.
Oggi la ragazza sembra avere riacquistato la serenità perduta.