Il tenore Daniele Tascarella, un monrealese verso grandi palcoscenici

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Ha studiato con Carlo Bergonzi, Renato Bruson e Monserrat Caballè

MONREALE, 8 novembre - E' forte la sensazione che si prova ascoltando la voce possente ma allo stesso tempo sopraffina del giovane tenore monrealese Daniele Tascarella. Figlio d'arte, con una laurea e master in Atropologia Culturale ha un sogno nel cassetto, la musica lirica. Sin da bambino è stata la sua passione che ha sviluppato sempre di piu' fino a decidere all'età di 17 anni, nonostante l'impegno degli studi classici, di iniziare il percorso musicale privatamente, per conciliare gli impegni del liceo e del canto, un mondo che gli apparve subito misterioso e brillante e che lo attrasse sin dal primo momento. Subito questo percorso artistico fu portato avanti in modo professionale, grazie al contributo di un maestro di canto baritono, il quale gli trasmise una forte emozione e lo portò ad una scelta forte e definitiva. La sua voce aveva lo squillo del tenore, ma l'impegno e la dedizione riuscirono a far raggiungere il suo obiettivo.

"Ho dovuto studiare tanto – ha detto Daniele Tascarella- per costruire con un lavoro molto certosino, fatto di tanti sacrifici quotidiani, che mi hanno consentito di guadagnare ogni giorno sempre qualcosa di più. Per me la formazione non è mai finita. Dopo 4 anni di studi a Palermo, sono riuscito a compiere il grande salto che mi ha permesso di andare a provare all'Accademia del maestro Carlo Bergonzi a Busseto, città di Giuseppe Verdi. A 19 anni sono riuscito ad accedere alla prestigiosa accademia ed anche se ero il più piccolo degli allievi, sono riuscito a superare tutte le prove. E' stato lì che ho iniziato a studiare lo stile, l'espressione e il fraseggio che mi ha permesso di perfezionarmi".

Tra i suoi maestri ama citare il grande Simone Alaimo, Luciano Serra, Renato Bruson e Montserrat Caballè. La prima volta che ha cantato in pubblico a 17 anni è stato in occasione della celebrazione delle nozze di alcuni parenti, una emozione davvero travolgente, anche per la posizione in cui cantava, dal pulpito di una chiesa che gli diede subito l'idea della magnificenza e che alla fine gli fece conquistare l'apprezzamento degli ospiti che gli dedicarono un applauso immenso, che ancora oggi tiene impresso nella sua mente. Incisiva è stata la sua prima opera di Mozart, frutto di un lungo e faticoso lavoro.

"Per l'artista – ha aggiunto Daniele – è importante anche sapere recitare, per interpretare bene l'opera. Bisogna capire le direttive del direttore d'orchestra e del regista". Oggi Daniele, a 30 anni, fa un bilancio positivo. Ha studiato e porta avanti con impegno la sua professione di antropologo, perché sostiene che bisogna avere sempre una alternativa, in quanto oggi in Italia, non è facile affermarsi subito nel mondo artistico. Continua a frequentare master in tutta Italia, ma nel suo cuore c'è sempre la musica, passione intrinseca e forse un po' trasmessa anche dalla mamma Giulia, anche lei attratta sin da bambina dal canto lirico. Si è esibito in importanti performance in molte città e teatri fra i quali: il Politeama di Palermo, nella città di Capri , in Sardegna e in tantissime location che gli hanno dato tanta soddisfazione e successo.

Tra i suoi "compositori" preferiti ci sono il grande Gioacchino Rossini che lo diverte per il brio del canto, degli acuti e delle volatine. Nel suo repertorio troviamo anche opere di Doninzetti, Bellini, Mozart e Puccini. La sua Monreale lo conosce poco anche se a pochi passi da casa sua c'è uno splendido e suggestivo Duomo Arabo-normanno, dove ogni anno viene organizzata la Settimana Internazionale di Musica Sacra, che lo aspetta per ospitare il suo canto.