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Tira più o il sindaco o la lista? Di Matteo il più penalizzato, Arcidiacono il traino

| Maria Modica | Politica

Capizzi paga poco dazio, risultato fotocopia per Costantini

MONREALE, 28 maggio - Un'osservazione analitica dei risultati elettorali fa emergere un'articolazione diversa del cosiddetto partito del "non voto" al sindaco, rispetto ai sei candidati.

La decisione di non votare il simbolo del primo cittadino, esprimendo la preferenza soltanto per un consigliere e una lista, possibilità prevista dalla nuova legge elettorale, non ha penalizzato tutti i candidati in egual misura.

Le liste di Filippo Di Matteo, ad esempio, si sono attestate sul 21,46 per cento, ben 4 punti in più rispetto allo stesso sindaco uscente, fermo al 17,56. Meno penalizzato Piero Capizzi che lascia alle sue liste due punti in più: 47,52 per cento della coalizione contro il suo 45,07. Diversa la situazione di Arcidiacono che sorpassa la sua compagine (20,67 per cento) di ben 4 punti (24,71). Stesso discorso per Natale Sabella, che con il 4,47 per cento doppia la sua lista, ferma al 2,54 per cento. Scarsa discrepanza per Ferdinando Arena (1,28 per cento) con "Vele del Sud" (0,69) ; sovrapponibili i risultati Fabio Costantini (7,01) con il "Movimento Cinque Stelle" (7,11).

Un'analisi più attenta, insomma, lascia supporre che la scelta di disperdere il voto per il sindaco, compiuta da molti elettori, non sia solo il risultato di una confusione "tecnica", ma potrebbe pure essere stata una scelta politica.

Difficile dire se le defezioni a Capizzi siano arrivate da alcune aree del Pd, mentre i forfait a Di Matteo dovrebbero essere stati più generalizzati. Arcidiacono, invece, ha trainato il voto delle liste che lo sostenevano, più deboli rispetto alla sua candidatura.

 

· Enzo Ganci · Editoriali

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