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La campagna elettorale si chiude tra le polemiche

| Enzo Ganci | Politica

Da tutti i candidati un ricordo di Giovani Falcone.  LE FOTO

MONREALE, 23 maggio - Tutto come previsto. Il palco di piazza Vittorio Emanuele non ha tradito le aspettative. Propositi elettorali ed amministrativi, ma anche polemiche, colpi bassi, attacchi frontali fra i candidati. Ad unirli, anche se con forme diverse: il ricordo di Giovanni Falcone.

È stato il giorno dell'ultimo appello agli elettori, quello che, come in ogni campagna elettorale, si conclude con le ultime schermaglie, prima del giorno del silenzio. Dalla mezzanotte di oggi, la campagna elettorale lascerà il posto alla riflessione. Poi parleranno gli elettori.

Il primo a salire sul palco, come voleva il sorteggio effettuato martedì pomeriggio è stato Natale Sabella.

"Un pensiero doveroso al giudice Giovanni Falcone e a quelli che sono morti con lui. E' stato un servitore dello Stato, riconosciuto in tutto il mondo - sono state queste le prime parole dell'architetto che si presenta alla testa di "Monreale Futura Città e Territorio" nel comizio conclusivo della campagna elettorale - Monreale è una città spenta, in cui gli amministratori degli ultimi vent'anni, hanno voluto questo. Noi, però, non dobbiamo avere scontri sociali, abbiamo bisogno di condivisione e di amore e bene comune. Questo paese ha necessità di essere ricostruito. Monreale può farcela. Perchè non deve rialzare la testa?

Il nostro compito è liberare Monreale dall'indifferenza e dal'incuria - ha proseguito il candidato di Monreale Futura - dall'affarismo e dalle forme di corruzione. Dobbiamo tirare fuori Monreale e le frazioni dal degrado. Necessario guidare questo paese verso strade virtuose. Recuperare la dignità cittadina, investire nei giovani e non dimenticare gli anziani. Tutelare le famiglie e le fasce più deboli. Una città in cui la questione morale torni al centro. Per fare questo occorre programmare giorno dopo giorno. Non dobbiamo vergognarci di essere monrealesi.

Occorrono scelte e strategie importanti - ha aggiunto Sabella nel suo discorso - Questa città deve aprire le porte al mondo, i turisti sono la nostra risorsa. La sicurezza? Nessuno dice niente? Non dobbiamo avere paura, questo paese non può più aspettare. Ma dobbiamo lavorare tutti assieme, tutti per uno, uno per tutti". La ricetta di Sabella prevede pure la "ricerca dei fondi europei con un ufficio apposito o affossiamo con i nostri 25milioni di debiti. Vogliano avere inoltre le Forze dell'Ordine accanto, come amici. Monreale deve avviare il Patto dei sindaci, per ridurre la Co2". "Monrealesi - ha concluso l'architetto - non fatevi illudere da chi vi lancia in questo momento un pezzo di pane. I posti di lavoro non sono quelli che qualcuno per ora sussurra. Il piano regolatore da 35 anni è nel cassetto. Dobbiamo risolvere il problema dei rifiuti, programmare attività ed avvenimenti culturali".

Il Movimento 5 Stelle, poi che seguiva nell'ordine della scaletta - così come aveva annunciato, ha preferito non rivolgere l'appello ai proprie elettori. Lo ha fatto ieri. La motivazione è stata abbondantemente trattata: "Non abbiamo ritenuto - ha detto il candidato sindaco, Fabio Costantini - di "sporcare" con la politica una ricorrenza come quella della commemorazione del 23 maggio, giorno della strage di Capaci, in cui perseo la vita Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Antonio Montinaro, Rocco Di Cillo e Vito Schifani". I grillini, nel tempo riservato loro hanno esposto uno striscione dedicato a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ritratti nella celeberrima foto scattata da Tony Gentile, il fotografo della Reuters, che ritrae i due martiri antimafia conversare tra loro. Le immagini di Fabio Costantini, che inseriamo anche e soprattutto per questioni di par condicio , risalgono al comizio tenuto da Costantini sabato 17 maggio.

Poi è stata la volta del sindaco in carica, Filippo Di Matteo, il cui appello è iniziato, come di consueto sulle note dell'inno di Mameli.

L'intervento è stato introdotto dall'assessore alla Cultura, Lia Giangreco, che ha ricordato le figure di Giovanni Falcone, della moglie e degli uomini della scorta ed ha invitato la cittadinanza a scegliere la figura di Di Matteo, "un uomo che ha tenuto Monreale lontano dalla mafia".

Il senatore Vincenzo Gibiino, invece, coordinatore regionale di Forza Italia, ha posto l'accento sulle presunte inefficienze del governo regionale, invitando al voto per Di Matteo.

"E'stato addebitato al sindaco tutto e il contrario di tutto - ha aggiunto il deputato regionale Nino Dina, presidente della commissione Bilancio dell'Ars - ma Di Matteo ha risanato i conti, pagando venti milioni di debiti costruiti dalla passata amministrazione. A Monreale la presenza è stata il frutto del lavoro. Di Matteo è stato un buon padre di famiglia. Stiamo subendo un calice amaro, ma non possiamo dare Monreale in mano a chi sta tentando per la prima volta di governare questa città".

Quando è toccato al sindaco è partito un vero e proprio fuoco di fila nei confronti di Piero Capizzi, il candidato contro cui, più degli altri Di Matteo ha incentrato gli attacchi nel corso della sua campagna elettorale. "Non dobbiamo dare Monreale a chi si vuole improvvisare sindaco - ha esordito l'attuale sindaco - La lotta alla mafia si fa ogni giorno, con atti concreti, come abbiamo fatto noi con la cantina Kaggio. Altri si rifiutavano di consegnarla alla Prefettura, oggi il simbolo dell'antimafia, che si fa pure costituendosi parte civile nei processi di mafia, come ha fatto la mia amministrazione. Non ho avuto nessun consigliere indagato, nessun atto chiesto dalla magistratura".

Di Matteo è tornato sul tema del campo sportivo di Aquino, abbondantemente trattato da Monreale News, sottolineando quelle che lui ritiene siano le responsabilità dell'amministrazione precedente.

"Non dovete consentire che Monreale cada nelle mani di queste persone - ha proseguito il primo cittadino nel corso del suo comizio. - Invito Gullo a visionare tutte le delibere approvate nell'aprile del 2009. Io non ho approvato delibere che riguardano i miei parenti. Invito pure i carabinieri a visionarle. Prima di parlare guardiamo se abbiamo scheletri nell'armadio.... Le tasse? Una cattiva amministrazione dell'Ato, che non era gestito da mia moglie, ha determinato questo".

Di Matteo ha ribadito la questione del parcheggio e dei costi derivanti dal giudizio che ha visto il Comune soccombere e dover pagare, circa 1,8 milioni di euro.

Volete trasparenza e legalità? Votate Di Matteo. Nessuno mi potrà dire che per colpa mia il Comune ha pagato. E' successo per colpa di altri soggetti, che vi invito a non votare. Io ho eliminato le consulenze. Oggi c'è solo un avvocato che lavora per il Comune. Dall'altra parte c'è un partito, il Pd, a conduzione familiare.

La manutenzione scolastica di Capizzi? Ma su cosa, su quello che ha fatto Filippo Di Matteo? questa gente Sconosce la città di Monreale, vuole fare solo un attacco alla Sala Rossa".

Fedele a quello che aveva annunciato, Alberto Arcidiacono ha rinunciato a tenere il suo comizio conclusivo, preferendo un messaggio alternativo. "Come avevamo fatto sapere per mezzo dei quotidiani, abbiamo rinunciato a comiziare in un giorno così importante, il giorno del ricordo - ha detto Alberto Arcidiacono - Formulo un in bocca al lupo a tutti i candidati a sindaco e a tutti i consiglieri comunali, che hanno deciso di mettersi al servizio dei cittadini". Il tempo dedicato ad Arcidiacono è andato avanti con la declamazione di alcune poesie, e messaggi inerenti il tema della mafia da parte di Salvatore Modica, Ivana Bertolino, Chiara Galano, Fabrizio Lo Verso, Giusi Madonia. Particolarmente suggestivo il momento in cui gli organizzatori hanno dato audio al messaggio contro la mafia di Giovanni Paolo II.

Quando è toccato a Ferdinando Arena il microfono è andato all'assessore designato, Piero Quartuccio, che ha ricordato gli agenti della scorta di Giovanni Falcone, sottolineando il ruolo di Vele del Sud in questa competizione elettorale: "Sarà come l'Italia di Bearzot ai mondiali di Spagna '82 - ha detto - ci danno per spacciati, ma saremo protagonisti. Paghiamo decenni di false promesse, mai mantenute,. orai o mia più, il futuro è nelle vostre mani".

"Menzogne sul palco - ha poi aggiunto Ferdinando Arena nel corso del suo accorato appello - il sindaco eraq spalleggiato da dinosauri, ma il suo momento è finito. Il campo di Aquino? E dove sono stati dal 2005 ad oggi? Il Biviere è una vittoria? Una vittoria di Pirro, perchè le tariffe raddopieranno. Ma a loro non frega niente dei problemi sociali, dei servizi cimiteriali: non è morale che non ci sia nemmeno il diritto al giusto riposo. Non meritano questo paese. Il Piano Regolatore è stato comissariato . Fino sono andati avanti col metodo delle varianti, così possono fare quello che vogliono.

Noi vogliamo un territorio sostenibile - ha detto ancora Arena - con l'abolizione del 30%, un sistema feudale, perchè il Comune dei terreni non se ne fa nulla. Loro vogliono solo il voto, poi per cinque anni non si vedranno più. non parlano di fasce deboli. Noi daremo una mano alle associazioni. Le tasse? Di Matteo ha salvato solo la sua poltrona, non i cittadini. Le frazioni stanno morendo. Noi vogliamo più sicurezza per i nostri figli, loro hanno fatto macelleria sociale. Abbiamo un progetto ambizioso, portare il paese alla normalità".

La conclusione, voluta dal sorteggio, è toccata a Piero Capizzi, il cui intervento è stato preceduto dalle interviste rilasciate da Giovani Falcone poco prima che venisse ucciso e lette dalla professoressa Lo Nigro.

A testimoniare la vicinanza del partito Democratico a Capizzi è arrivato il deputato regionale, Giuseppe Lupo. "Al fianco di Piero - ha detto con l'impegno del Pd e del gruppo Pd al'Assemblea Regionale - per cambiare Monreale, per fare, con l'inclusione nel patrimonio Unesco la capitale della cultura. Con Capizzi il Comune sarà la casa di tutti i monrealesi".

"Le sue verità urticanti - ha affermato Piero Capizzi parlando di Giovanni Falcone - hanno fatto sì che fosse il primo a ad avere capito la portata della mafia. Chi aspira a diventare sindaco non può rimanere in silenzio di fronte a certe problematiche. L'indifferenza è la morte della democrazia e noi non lo possiamo consentire. Avevo proposto di salire tutti assieme sul palco per dare un segnale forte, altro che retorica. La lotta alla mafia non ha colore politico".

Passando ai temi della campagna elettorale, Capizzi ha risposto alle stoccate che qualche minuto prima gli aveva lanciato Di Matteo: "Chiudere il centro anziani? Togliere le bancarelle? Falsità che rispedisco al mittente. Il sindaco è al capolinea e con Arcidiacono è stato come due che si corteggiano, che si mandano messaggi d'amore, ma lo loro modo di fare politica è fallimentare. Avrebbero dovuto presentarsi dicendo cosa hanno fatto per le frazioni. Di Matteo dice che c'è solo un avvocato al Comune? Avrebbe dovuto dire che appartiene al suo studio, ma probabilmente questa cosa non l'ha detta. Dice pure che invierà il Piano Regolatore alla Procura? Dica invece dove lo ha tenuto in questi cinque anni. Adesso vi esorto ad esprimere dei suggerimenti, perchè ad amministrare saremo tutti assieme. il mio obiettivo è quello di ridurre le tasse, faremo il possibile".

 

· Enzo Ganci · Editoriali

MONREALE, 31 dicembre – Gli eccessi alimentari che caratterizzano le giornate in molte delle case del nostro territorio non devono farci distogliere lo sguardo da ciò che ci ha detto e ci ha lasciato quest’anno in eredità.

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