Zeru Tituli? No, zero voti

Cinque anni fa ben 111 candidati senza nemmeno una preferenza

MONREALE, 11 maggio - In principio fu il grande Josè Mourinho, lo "Special One", a coniare un'espressione che è diventata ormai "cult". "Zeru tituli", diretta poco simpaticamente ai risultati del Milan e della Roma, che avrebbero concluso la stagione 2008-2009 senza vincere alcunché.

Volendo per un attimo scherzarci sopra, possiamo tornare con la mente ai risultati elettorali di cinque anni fa, quelli del numero record di candidati al Consiglio comunale: la carica dei 473, era stato detto, forse con un pò di enfasi.
Di sicuro, al momento della presentazione delle liste per il rinnovo del Consiglio comunale, la valanga di candidati – 473 appunto – aveva fatto parlare delle elezioni amministrative dai numeri più grossi che la storia di Monreale ricordasse. Giusto per darne la dimensione: un candidato ogni 67 iscritti nelle liste elettorali. Effettivamente uno sproposito!

Alla fine dello scrutinio, però, quando il «diluvio» elettorale aveva esaurito la sua prima fase, sarebbe stato forse più giusto parlare della «carica dei 362». Già 362 e non 473. No, tranquilli, fortunatamente nessuno dei candidati passò a miglior vita nel frattempo. Chi più, chi meno godevano tutti di buona salute. Non poteva non saltare all'occhio, però, il fatto che su 473 aspirati consiglieri comunali, ben 111 (leggasi centoundici) non ottennero nemmeno un voto. Proprio così, dopo lo «zeru tituli» di Josè Mourinho, quindi, lo «zero voti» delle amministrative 2009. Volendo essere precisi: il 23,4 per cento dei candidati.

Una "magra" che coinvolse ben 13 liste su 16 (escludendo soltanto «Crescere», «Per Monreale – Filippo di Matteo Sindaco» e «Insieme») , passando dall'unico candidato di «Frazioni e Centro» ai ben 27 di «Cattolici per Monreale». E come mai, diranno in tanti?
Possibile che 111 elettori non si fossero nemmeno votati in prima persona? E poi: tutti orfani, vedovi, figli unici, soli al mondo o in dissidio esistenziale con se stessi? Sarebbe stato veramente triste anche soltanto pensarlo. Ed allora? La spiegazione più plausibile è che ben 111 persone avessero deciso di fare da "portatori d'acqua" nei confronti del capolista o di chi per lui, esponendosi ad un cattiva figura, pur di rispondere "obbedisco" agli ordini di scuderia.

Volendoci scherzare un pò su in maniera più pungente, invece (ammesso che ci sia qualcosa da scherzare), ci si potrebbe domandare: ma è sicuro che molti di questi sapessero di essere in lista? In questo caso la tristezza sarebbe doppia, tanto per il venir meno del rispetto delle istituzioni, così grossolanamente messe alla berlina, quanto per la constatazione di quanto facile sia stato per qualcuno disporre delle scelte elettorali del prossimo. A prescindere da quali fossero state le motivazioni, comunque, ritrovare 111 candidati con un tondino nero scritto accanto al proprio cognome nella lunga teoria dei risultati elettorali fu davvero una sconfitta per la democrazia o senza farla troppo grossa, soltanto per il buon gusto. Sarebbe stato certamente più decoroso presentarsi al via con molti candidati in meno ed evitare questo squallore: impiegati comunali, componenti dei seggi, spazzini e – perché no – anche giornalisti avrebbero sentitamente ringraziato.