"Ecco perchè non farò accordi con Capizzi"

"Lo ritengo responsabile, assieme a Gullo, del danno economico del Comune"

MONREALE, 7 aprile - Che il clima politico sia già surriscaldato lo si capisce, ove mai se ne senta l'esigenza, dalle schermaglie, dai botta e risposta che riempiono le pagine dei giornali. Punzecchiature reciproche che fanno capire come le ostilità siano ufficialmente aperte.

Adesso è il turno del sindaco Filippo Di Matteo, che torna alla controffensiva, dopo essere stato in precedenza autore di alcune dichiarazioni sul conto di Piero Capizzi pubblicate su Filo Diretto. A queste dichiarazioni, poi, aveva fatto seguito la replica dello stesso Capizzi, stamattina sul nostro quotidiano. Oggetto della querelle: la sortita di Di Matteo con la quale annunciava l'intenzione di escludere Capizzi da eventuali accordi da stringere in caso di ballottaggio.

Affermazioni che hanno portato questi ad affermare di sentirsi "lusingato" dalla scelta del sindaco, ipotizzando, conseguenzialmente come questi pensasse alla possibilità di un accordo con Alberto Arcidiacono.

Di Matteo, che ricorda sempre a Capizzi il suo passato da presidente del Consiglio comunale durante l'amministrazione Gullo, parla, sull'argomento, di "connivenza politica con l'ex sindaco Gullo", ritenuto "principale responsabile del danno economico del Comune".
Di Matteo ritiene il suo predecessore "politicamente responsabile di non aver consegnato le aree del Parcheggio Cirba all' Oninvest, causando un danno di oltre due milioni di euro".

Nel suo duro attacco Di Matteo tira fuori nuovamente la cessione alla banca Carige della caserma dei carabinieri per circa 8 milioni, "gravando il comune di rate per circa 20 milioni di euro" aggiunge. L'ultima stilettata Di Matteo la affonda parlando di Ato, precisamente al tempo in cui era presidente Lea Giangrande, moglie di Toti Gullo: "Ha proceduto all'assunzione di oltre 25 persone senza concorso, per chiamata diretta causando un elevatissimo aumento della Tarsu".

Il discorso di Di Matteo affronta anche la possibile alleanza con Arcidiacono ad un eventuale secondo turno.
"Nessun 'inciucio' con Arcidiacono - tiene a precisare il sindaco - Ricordo a tutti che sono stato io a volere Arcidiacono Presidente del Consiglio e con lo stesso abbiamo condiviso e continuiamo a condividere le delibere più importanti per la città, una per tutte il piano pluriennale di riequilibrio.

"Non ho parlato di deontologia professionale - conclude Di Matteo, la cui querelle con Capizzi si era estesa anche alla sfera professionale - ma semplicemente di opportunità politica e morale per il candidato sindaco di non difendere o avere rapporti neanche professionali con la mafia, così come hanno già fatto in passato altri candidati sindaci".