Quali interessi della mafia per rendere vano il referendum dell'autonomia di Pioppo?

"Fu inficiato da infiltrazioni mafiose? Andrebbe rifatto?"

MONREALE, 3 marzo – "Quale interesse avrebbe potuto avere la mafia a rendere vano il referendum per l'autonomia di Pioppo a tal punto da bruciare la casa di un attivista del comitato per l'autonomia? E soprattutto: alla luce di questi fatti emersi, quel referendum andrebbe rifatto?".

Parole ed interrogativi di Toti Gullo, ex sindaco di Monreale, che arrivano dopo le dichiarazioni del neo pentito di mafia Giuseppe Micalizzi, secondo il quale, nella primavera del 2010, quando a Pioppo si lavorava per tenere il referendum separatista, fu incendiata la casa di uno degli attivisti.
Gullo, va ricordato, denunciò una richiesta di pizzo, che sarebbe stata fatta a suo figlio, titolare di un'impresa edile, motivo per il quale al processo "Nuovo Mandamento" ha chiesto di costituirsi parte civile.

"Se quello che afferma il pentito è vero – sostiene l'ex primo cittadino – ci troviamo di fronte ad un fatto di estrema gravità, sul quale è assolutamente necessario che la politica rifletta. Bisogna chiedersi, infatti, perché la mafia sarebbe dovuta essere contraria a quel referendum. Forse un "cadeau" a qualche politico contrario all'autonomia? O, cosa ancora più grave, c'erano degli altri interessi che noi ancora non conosciamo? È necessario fare un serio dibattito su un argomento quanto mai inquietante. Mi chiedo adesso quanto quel referendum possa essere stato inficiato dalle infiltrazioni mafiose e, pertanto, se ci siano gli estremi per annullarlo e rifarlo. Io, da sindaco, mi adoperai per velocizzarne i passaggi, di mia competenza.

Alla famiglia, della quale da 40 anni sono medico curante – dice ancora Toti Gullo – va la mia più ampia solidarietà, che ho già espresso personalmente. Si tratta di persone perbene e oneste. La mia solidarietà la esprimo da semplice cittadino, da ex sindaco e da vittima della mafia, che non ha esitato a denunciare. Mi fa rabbia vedere come l'impegno civile abbia potuto portare pure ad incendiare un'abitazione fatta col sacrificio duro di lavoratori giornalieri. Dò, infine la mia disponibilità, per avviare un percorso per far rientrare la famiglia tra i beneficiari delle condizioni riservate alle vittime della mafia".