Sotto la lente d'ingrandimento presunte "spese pazze" dei gruppi parlamentari. TUTTI I NOMI DEGLI INDAGATI
PALERMO, 14 gennaio - Sono 97 gli indagati, di cui 83 parlamentari regionali, fra ex e attuali in carica, nell'ambito della vasta indagine sulle presunte spese folli dei gruppi dell'Assemblea siciliana in massima parte riferite alla scorsa legislatura.
Gli altri sono funzionari, dirigenti e consulenti del lavoro che avrebbero agito in concorso con i politici. Tra gli avvisi di garanzia e gli inviti a comparire, tredici fanno riferimento a capigruppo della precedente composizione del parlamento siciliano che ha terminato la sua attivita' nell'ottobre 2012.
Secondo una corposa informativa della polizia giudiziaria i gruppi parlamentari avrebbero comprato di tutto per attivita' extraistituzionali. Fra gli acquisti borse Louis Vuitton, automobili, cravatte, soggiorni in alberghi di lusso, pranzi e cene. A notificare i provvedimenti, con la contestazione di peculato, sono stati i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria, su ordine della procura di Palermo. Tra gli altri, gli inviti riguardano, dunque, ex capigruppo come Giulia Adamo, Nunzio Cappadona, Antonello Cracolici, Francesco Musotto, Rudy Maira, Nicola Leanza, Nicola D'Agostino, Giambattista Bufardeci, Marianna Caronia, Paolo Ruggirello, Livio Marrocco, Innocenzo Leontini e Cataldo Fiorenza. Ad interrogarli saranno i pm Sergio Demontis, Maurizio Agnello e Luca Battinieri, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Agueci.
L'indagine sulle presunte spese folli all'Ars riguarda, come detto, anche 83 dei 90 deputati della precedente legislatura e tra questi figurano anche i nomi di Davide Faraone, attuale responsabile del Welfare nella segreteria del Pd, e di Giovanni Ardizzone, allora semplice deputato Udc e oggi presidente dell'Assemblea regionale. L'ipotesi di reato e' peculato.
La notizia e' piombata stasera nell'aula dell'Ars impegnata nel voto alla finanziaria. E' stato il deputato del Pd Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali a prendere la parola nel silenzio glaciale di Sala d'Ercole: "Ho ricevuto qualche ora fa un avviso a comparire davanti alla procura di Palermo per fatti che riguardano la mia funzione di capogruppo nella scorsa legislatura. "Tutte le contestazioni che mi vengono poste riguardano la mie funzioni di capogruppo, non un acquisto improprio, non mutande, ne' mi e' stato formalizzato di essermi messo in tasca un euro. Le mie attivita' sono tracciabili".
"Apprezziamo il gesto e la sensibilita' di Antonello Cracolici che, appena ricevuta una comunicazione formale dagli inquirenti in merito all'indagine sull'Ars, ha sentito il bisogno di comunicarlo prima al gruppo PD e subito dopo al Parlamento. Un gesto rispetto istituzionale che va apprezzato". A parlare sono stati il segretario regionale, Giuseppe Lupo ed il presidente del gruppo parlamentare Pd, Baldo Gucciardi. "Quanto alle contestazioni rispetto all'attivita' di Cracolici in qualita' di capogruppo durante la scorsa legislatura - hanno continuato - siamo certi che tutto il suo operato e' avvenuto nel rispetto delle regole e nell'ambito della sua funzione istituzionale. La fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell'ordine ed allo stesso tempo la conoscenza e stima delle qualita' personali e politiche di Cracolici ci rende sicuri che la sua posizione verra' al piu' presto positivamente chiarita".
"Sono stato convocato dalla procura per rispondere del mio operato da capogruppo (durato sei mesi) nella passata legislatura - ha detto dal canto suo , il deputato regionale dell'Udc all'Assemblea regionale siciliana, Nicola D'Agostino - Ritengo di aver svolto l'incarico con assoluta correttezza. Non ho mai utilizzato fondi del gruppo per uso diversi da quelli istituzionali e politici, men che meno per finalita' personali. Attendo di essere sentito con serenita'. Ho svolto il mio breve mandato di capogruppo in continuita' rispettando gli impegni contrattuali ereditati, sia lavorativi che per beni e servizi. Mi difendero' nei modi consentiti nell'unica sede giusta che e' quella giudiziaria, nelle quale - da uomo delle istituzioni - non posso che riporre totale fiducia".
Ecco i nomi degli indagati