"Atti manomessi al Comune di Monreale, che hanno determinato la mia condanna"
MONREALE, 25 luglio - Finora ha scelto la strada del silenzio. Quella del basso profilo, senza proclami e senza polemiche. Salvino Caputo, solitamente a suo agio con i mass media, nell'ultimo mese ha preferito staccare momentaneamente la spina con la comunicazione.
Dopo l'esclusione dall'Ars e le conseguenze che da quel provvedimento sono derivate, solo poche apparizioni sui mezzi di informazione. Una lunga intervista in video su LiveSicilia, un intervento di suo pugno, visto da migliaia di lettori, su Monreale News, poi poco altro. Decisamente in controtendenza, rispetto al passato. Ieri lo abbiamo contattato e con la cortesia di sempre ci ha spiegato lo stato dei suoi ricorsi contro quella che definisce una colossale ingiustizia.
La sua azione, a sua tutela, è articolata su tre fronti. C'è un ricorso civile contro la decisione della commissione "Verifica poteri" dell'Ars, della quale era vicepresidente, di escluderlo da Sala d'Ercole; c'è un'istanza in Cassazione (in una sezione ovviamente diversa rispetto a quella che lo ha condannato definitivamente per reato di tentato abuso d'ufficio) per chiedere l'avvenuta prescrizione di quel reato; c'è soprattutto un'istanza presentata presso il tribunale di Caltanissetta per chiedere la revisione del processo delle ormai famose multe. A giustificazione di quest'ultima iniziativa ci sarebbero dei fatti nuovi sopravvenuti, valutati da un esperto, che lascerebbero presagire addirittura una grave manomissione di atti all'interno degli uffici comunali. A portare alla sentenza di condanna, nel corso dei tre gradi di giudizio del suo processo, pertanto, a parere dell'ex deputato regionale, ci sarebbe la presenza di clamorosi falsi. "Se le cose andranno come spero - dice - tornerò presto alla vita politica monrealese, ma voglio farlo tornando dalla porta principale e non dalla finestra".